Home 2015 23 dicembre VARIE 367 SETTORI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI SONO TROPPI?
367 SETTORI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI SONO TROPPI? PDF Stampa E-mail

In base al decreto ministeriale del 30 ottobre 2015, in Italia ci sono 367 settori scientifico-disciplinari (Ssd), raggruppati in 188 settori concorsuali (Sc), 88 macro-settori e 14 aree, e ogni ricercatore o professore afferisce a uno specifico settore disciplinare (e concorsuale).
I settori scientifico-disciplinari dovrebbero rispondere a criteri di omogeneità scientifica e didattica. La distinzione tra settori concorsuali non rappresenta solo una suddivisione burocratica senza conseguenze, ha ripercussioni pratiche sia per l’organizzazione della didattica sia per gli arruolamenti e gli avanzamenti di carriera. Ad esempio, se un docente insegna un corso al di fuori del proprio settore concorsuale non può essere considerato un docente “di riferimento” per la sostenibilità del corso di laurea in cui insegna. Non meno rilevanti le conseguenze per le carriere: le commissioni di valutazione per il reclutamento o le promozioni possono infatti bocciare un candidato appellandosi alla non pertinenza della sua produzione scientifica al settore disciplinare in cui è stato bandito il concorso.
Un caso particolare è costituito dal macro-settore di Economia che comprende ben cinque settori concorsuali (in Germania l’intera area 13 – Economia, economia aziendale e statistica – comprende sei settori). Solo il 22 per cento dei candidati all’abilitazione scientifica nazionale ha fatto domanda in un unico settore (si tratta generalmente di candidati a bassa produttività scientifica), il 34 per cento ha fatto domanda in due settori disciplinari, il 24 per cento in tre, il 15 per cento in quattro e il 5 per cento in tutti e cinque i settori. Non solo nel macro-settore Economia ma anche in altri macro-settori molti candidati hanno fatto domanda per ottenere l’abilitazione in più di un settore concorsuale. Perciò è probabile che la distinzione tra settori scientifici disciplinari non risponda sempre a effettive differenze nel corpus della disciplina.
D’altra parte, se si esaminano i curriculum dei ricercatori e professori incardinati nei diversi settori, secondo gli autori dell'articolo si fa fatica a trovare differenze sostanziali sia nelle tematiche trattate che nelle metodologie utilizzate. Si ritiene perciò difficile pensare che senza tale dettagliata suddivisione per settori sarebbe stato problematico nominare commissioni competenti a valutare le pubblicazioni e i titoli presentati dai candidati. Nonostante ciò, non sono infrequenti i casi in cui la commissione valutatrice ha negato l’abilitazione sostenendo che la produttività scientifica del candidato (pur se di elevato profilo) non fosse pertinente al settore. (Fonte: M. De Paola, T. Jappelli e V. Scoppa, lavoce.info 24-11-15)