Home 2015 23 dicembre LAUREE-DIPLOMI-FORMAZIONE POST LAUREA-OCCUPAZIONE DISALLINEAMENTO TRA ISTRUZIONE E PROFESSIONE (EDUCATIONAL MISMATCH). INDAGINE ISFOL PLUS 2014
DISALLINEAMENTO TRA ISTRUZIONE E PROFESSIONE (EDUCATIONAL MISMATCH). INDAGINE ISFOL PLUS 2014 PDF Stampa E-mail

Gli autori dell'articolo si soffermano sul fenomeno dell’educational mismatch, ovvero il disallineamento tra capacità possedute (livello d’istruzione o percorso formativo) e richieste (necessarie per svolgere il proprio lavoro). La stima è quanto mai complessa, sia in termini epistemologici che di misura: qui il disallineamento tra istruzione e professione è limitato al titolo di studio più alto conseguito, non alla tipologia.
L’indagine Isfol Plus 2014 consente, attraverso interviste dirette, di ottenere una definizione più accurata del fenomeno.
Lo sheepskin effect, il cosiddetto effetto “pezzo di carta”: un diplomato su tre e un laureato su cinque ritengono che la loro attività lavorativa potrebbe essere svolta anche con un titolo di studio inferiore a quello da loro posseduto, sintomo di una domanda di lavoro generica e poco orientata alle professionalità. Tra i laureati prevale nettamente l’over-education (18%) rispetto all’under-education (5,7%), confermando ancora la bassa domanda di lavoro qualificata espressa dal nostro sistema produttivo. Mentre tra i diplomati il fenomeno di under-education (18%) supera di poco quello dell’over-education (16%). Ciò denota una svalutazione del titolo di scuola secondaria superiore che, essendo sempre più comune, tende ormai a essere percepito come un livello di istruzione base. L’over-education è un fenomeno diffuso e multiforme. I livelli d’impiego del capitale umano sono tali da rendere inevitabile una riflessione più ampia sulla necessità di indirizzare le imprese verso produzioni di beni e servizi innovativi. Il versante pubblico può fare molto: dovrebbe aggiornare il sistema scolastico e formativo e sostenere la ricerca di qualità, ma anche dare sostegno in maniera selettiva alle imprese che innovano. Una riduzione dell’over-education altro non è che un recupero di efficienza del sistema scuola-lavoro. (Fonte: E. Mandrone, F. Pastore e D. Radicchia, lavoce.info 01-12-15)
Un commento di "pif": La questione è complessa e direi multi-dimensionale. Indubbiamente c'è una scarsa necessità di formazione qualificata vista la dimensione media delle nostre imprese e la scarsa ricerca. Secondo c'è un forte scollamento tra università e lavoro, le università tendono a dare una formazione a volte troppo teorica e poco orientata alla realtà lavorativa corrente con conseguente delusione da entrambe le parti. Faccio un esempio, io sono laureato in ingegneria, la formazione di base dell'università è di tipo progettista, mentre nella realtà serve l'ingegnere poli-funzionale con competenze economiche, di marketing ecc., insomma non c'è molto matching. Inoltre il mondo del lavoro cambia molto più rapidamente di come si adeguino i programmi, ci vorrebbe molta più integrazione. Quindi le riforme dovrebbero essere molto più concertate tra scuola e mondo del lavoro per far adeguare i due mondi meglio.
Nella tabella cinque indicatori: tre soggettivi (tratti da quesiti) e due oggettivi (sulla posizione relativa).