RAPPORTO SULLA CONDIZIONE STUDENTESCA 2015 REDATTO DAL CNSU (CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI). BORSE. ALLOGGI. TASSE |
![]() |
![]() |
![]() |
Il problema principale, nell’analisi del Cnsu, è costituito dalla scarsità di risorse, ulteriormente acuita dai tagli degli ultimi anni. Borse di studio. Nell’anno accademico 2013/14 sono stati spesi per le borse di studio oltre 470 milioni di euro: meno del 2009/10 (493), ma in risalita rispetto ai 392 milioni del 2011/12. Quasi la metà delle risorse (42,2% del totale) proviene inoltre dagli stessi studenti, attraverso la tassa regionale per il diritto allo studio: in media 140 euro all’anno per ogni studente, con punte di 200 variabili a seconda del reddito e della regione. In misura minore gli assegni sono finanziati dallo Stato (34,2%) e dai contributi diretti delle Regioni (23,6 %), con un peso di questi ultimi che è molto diminuito nel corso degli anni. Il risultato è che in Italia ci sono 183.654 studenti idonei per la borsa di studio: appena l’8,2% degli iscritti, contro il 18% della Germania, il 19 della Spagna e il 27 della Francia, per non parlare di paesi come Olanda (95%), Danimarca e Svezia (che viaggiano intorno all’80%). Oltre un quarto degli idonei inoltre non percepisce materialmente il contributo a causa della mancanza di fondi, dando luogo a un’anomalia tutta italiana sconosciuta negli altri paesi europei. La percentuale varia a seconda del territorio considerato: in 10 regioni (tra cui il Veneto) nel 2013/14 tutti gli idonei hanno ricevuto l’assegno mentre in Sicilia si arriva appena al 32,3%, in Calabria al 42,1% e anche il Piemonte raggiunge solo il 55,1%. I requisiti di accesso sono eterogenei (anche se di norma comprendono un tetto di reddito e criteri di merito) così come gli importi delle borse, con una media nazionale di 3.422 euro all’anno, che arriva a 5.053 per i fuori sede. Resta il fatto che, secondo il CNSU, i criteri economici per l’accesso alle borse sono ben al di sotto delle reali necessità delle famiglie; bisogna infine considerare anche i ritardi nell’assegnazione, che possono arrivare ad oltre un anno. Alloggi. Se le borse di studio sono poche, meno ancora sono gli alloggi. Sempre nel 2013/14 gli enti per il diritto allo studio mettevano a disposizione – in una selva di tariffe e di condizioni – 40.017 posti letto sul piano nazionale, che riuscivano a soddisfare appena il 32% degli studenti fuori sede in graduatoria, circa il 4% del totale degli studenti in corso. Tasse universitarie. Anche se l’Italia risulta allineata alla media Ocse, negli ultimi 10 anni le contribuzioni sono cresciute del 63%, parallelamente ad una significativa riduzione (-17%) del numero di iscrizioni all’università: si è infatti passati da un picco di 338.496 immatricolati nel 2003/04 ai 269.549 del 2012/13, con un calo particolarmente vistoso nelle Isole e nel Mezzogiorno. |