Home 2015 8 luglio RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA VALUTAZIONE DELLA RICERCA. NASCITA DELLA BIBLIOMETRIA
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. NASCITA DELLA BIBLIOMETRIA PDF Stampa E-mail

L’uso della bibliometria nella valutazione della ricerca prende le mosse nella seconda metà del secolo scorso. Il chimico e imprenditore statunitense Eugene Garfield, dopo aver fondato nel 1954 la Eugene Garfield Associated, nel 1964 istituisce l’Institute for Scientific Information (ISI) con lo scopo di ideare gli strumenti e studiarne i possibili usi per servizi di valutazione a enti istituzionali e non solo, tanto nel settore pubblico che in quello privato. Nel 1992 Garfield vende la ISI alla famosa multinazionale Thomson Reuters. Dal 1964 ad oggi la ISI si è trasformata in uno dei più importanti e autorevoli fornitori di servizi legati agli studi bibliometrici: una vera e propria agenzia che offre consulenze a pagamento su scala transnazionale, con uffici sparsi in tutto il mondo. Il lavoro svolto dalla ISI è stato reso possibile grazie alla creazione di particolari database che raccolgono dati e metadati di riviste selezionate da questa stessa compagnia. Queste banche di informazioni, tra loro molto differenti, variano in relazione al campo disciplinare da analizzare; la prima a essere stata realizzata da Garfield è il SCI (Science Citation Index), che ricopriva circa seicento giornali scientifici. Dopo questo primo esperimento, che elaborava esclusivamente discipline scientifiche, l’ISI ha iniziato a lavorare sulle pubblicazioni di scienze sociali e scienze umane: nel 1973 è stato fondato il SSCI (Social Science Citation Index), e nel 1978 il A&HCI (Art and Humanities Citation Index). Nel 2009, dopo che la ISI è diventata proprietà della Thomson Reuter, tutti e tre i database (SCI, SSCI e A&HCI) sono stati trasformati in versione elettronica chiamata Web of Science (WoS). Continuando l’esplorazione degli strumenti sviluppati da Garfield per valutare il lavoro nel mondo accademico e della ricerca, non possiamo non parlare dello strumento Impact Factor (IF), un indicatore sviluppato all`interno del progetto Journal Citation Reports definito da Garfield «uno strumento bibliometrico per stimare la rilevanza di un giornale scientifico» (Garfield, 1972). La valutazione dell’impatto di un giornale accademico all`interno della comunità scientifica è calcolato dividendo il numero totale delle citazioni ricevute in un dato anno dai contributi pubblicati nel giornale nel biennio precedente per il numero delle «original research» e dei «review articles» pubblicati nei due anni precedenti. Siamo nel mezzo di una vera e propria moltiplicazione degli strumenti di misurazione che si accompagna a quella dei suoi risultati: in questo ricco scenario non c’è più un unico standard valido una volta per tutte. Si tratta di un eterogeneo panorama che mostra tutta l’artificialità e l’arbitrarietà della nuova misura che, a seconda dei processi di selezione, degli indicatori o dell`algoritmo scelto, rileva differenti gradi e valori. (Fonte: P. Do, http://tinyurl.com/n9m5udo06-06-15)