Home 2015 8 luglio RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA CURRENT RESEARCH INFORMATION SYSTEM (CRIS) E ORCID (OPEN RESEARCHER AND CONTRIBUTOR ID)
CURRENT RESEARCH INFORMATION SYSTEM (CRIS) E ORCID (OPEN RESEARCHER AND CONTRIBUTOR ID) PDF Stampa E-mail

Sul Current Research Information System (CRIS), che verrà adottato (e per una ventina di atenei ciò è già avvenuto) dalla maggior parte degli atenei italiani, il 26 maggio si è tenuta a Bologna una giornata dedicata. Questa giornata voleva fare il punto delle migrazioni dai sistemi in essere al nuovo sistema e illustrare gli sviluppi futuri. CRIS è un sistema modulare al cui centro sta l’institutional repository, che va a sostituire quello che per gli atenei che avevano UGov era il catalogo, e diventa quindi l’anagrafe pubblica della ricerca di Ateneo. L’institutional repository contiene tutte le informazioni anagrafiche dei docenti e ricercatori di un ateneo e le loro pubblicazioni, sia per quanto riguarda i metadati bibliografici sia per quanto riguarda i full-text. Si tratta di una modifica notevole rispetto ai sistemi in uso precedentemente negli atenei italiani, perché l’institutional repository è un sistema aperto, pubblico e interoperabile con altri sistemi sia pubblici che privati. Esso si interfaccia per i dati in uscita con i sistemi del Ministero (ad esempio Loginmiur), con il sistema di raccolta delle pubblicazioni finanziate dalla Commissione Europea (OpenAIRE), con sistemi specifici di harvesting di metadati (ad esempio DART Europe per le tesi di dottorato, DRIVER per i i repository). Per i dati in entrata (import dei metadati bibliografici) si interfaccia con Scopus (per quegli atenei che hanno sottoscritto le API specifiche), con Pubmed, con Crossref.
Il passaggio dal Catalogo di UGov all’institutional repository implica alcune azioni fondamentali da parte degli atenei. In primo luogo la stesura di una policy che definisca chi può inserire i dati nella anagrafe pubblica, quali sono le tipologie accolte e entro quando le registrazioni vanno inserite affinché l’anagrafe sia sempre aggiornata.
Sempre nella stessa giornata bolognese, è stato presentato il progetto di adozione a livello nazionale dell’identificativo ORCID
(Open Researcher and Contributor ID). L’adozione di ORCID a livello nazionale è già stata fatta dal sistema delle ricerca svedese (Swedish Research Council) e da quello danese, è raccomandato dal sistema autraliano, dai research councils britannici, dal sistema finlandese. In Spagna è stato adottato del gruppo di università della Catalogna, in Austria dal FWF per tutti i progetti finanziati. Nella recente valutazione degli istituti di ricerca portoghesi è stato chiesto a tutti i ricercatori di crearsi un ORCID. L’iniziativa italiana, portata avanti da ANVUR, CRUI e CINECA, appare senza dubbio meritoria, ma per essere efficace necessita di un impegno da parte dei ricercatori (con eventuale supporto da parte degli atenei). Una volta che l’ORCID è stato creato sarà infatti necessario utilizzarlo ogni volta che si sottomette un lavoro, e per poter rendere affidabili eventuali analisi bibliometriche ciascun ricercatore dovrà unificare e allineare i propri profili nelle banche dati WOS e Scopus (quelle attualmente più utilizzate) e collegare il proprio profilo ORCID con i profili delle banche dati. (Fonte: P. Galimberti, http://tinyurl.com/pu4xlmr 17-06-15)