Home 2015 18 maggio RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA RICERCA. SUPERARE LA DISTINZIONE TRA UNIVERSITARI CON STATO GIURIDICO E SCIENZIATI "CONTRATTUALIZZATI" DEGLI ENTI PUBBLICI DI RICERCA
RICERCA. SUPERARE LA DISTINZIONE TRA UNIVERSITARI CON STATO GIURIDICO E SCIENZIATI "CONTRATTUALIZZATI" DEGLI ENTI PUBBLICI DI RICERCA PDF Stampa E-mail

Non un’altra agonia di voci e rumori di (inutili, dannose e malfatte, inutili e dannose perché malfatte) riforme degli enti di ricerca come quelli con cui ultimamente quasi ogni Governo (finora gli ultimi due ne erano esenti) ci ha colpito o ha tentato di farlo! Ciò di cui la ricerca italiana ha bisogno non è una “rivoluzione pazzesca”, ma una quieta tranquillità che ci lasci lavorare come da sempre facciamo, con risultati riconosciuti per consenso internazionale. Se si volesse estremizzare solo un pochino, si potrebbe dire, parafrasando quanto diceva nel 1949 Gustavo Colonnetti, esule antifascista, politico DC e presidente del CNR “[la ricerca italiana] ha bisogno solo di una riforma, un aumento del suo bilancio”. Aggiungerei il reclutamento e la progressione del personale di ricerca. Di certo ciò di cui abbiamo bisogno non è un intervento pazzesco nel senso di insensato, di basato su dati mancanti e percezioni errate, magari provenienti proprio da quegli alti burocrati ministeriali che dovrebbero essere il primo target della vostra azione. Ora, da una parte, esiste una cattiva stampa (forse in malafede, sicuramente sbagliata) in materia di Università e Ricerca che genera una cattiva pubblica opinione. Da un'altra, quando si parla e si pensa male della Pubblica Amministrazione, si pensa all'ambiente dei ministeri romani, a uffici pieni di alti burocrati o di fannulloni brunettiani. Ma da un’altra parte ancora si dimentica che fanno parte della Pubblica Amministrazione cose che hanno assai poco a che fare nel modo di lavorare e organizzarsi con uffici impiegatizi (anche ben funzionanti). Tra questi (e parlo da cittadino e utente) molti servizi pubblici quali scuola e sanità (gli insegnanti non sono impiegati, medici e infermieri non sono impiegati). Tra questi vi sono gli scienziati degli enti di ricerca che, come i colleghi universitari, non sono impiegati. Perciò la ricerca italiana avrebbe veramente bisogno del superamento della distinzione tra universitari con stato giuridico e scienziati "contrattualizzati" degli EPR, superamento che non è mai stato tentato seriamente (salvo forse un tentativo abortito ai tempi del ministro della Ricerca Ruberti). Inoltre riconoscere che gli enti di ricerca non sono “uffici come gli altri”, che sono affini all’Università con cui richiederebbero uno status comune, e soprattutto che non vanno accorpati arbitrariamente secondo il ghiribizzo di “oscuri estensori”! Ma coinvolgendo il personale scientifico in una fase costituente. (Fonte: L. Chiappati, http://sax.iasf-milano.inaf.it 05-05-2015)