Home 2015 18 maggio RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA LA FRODE SCIENTIFICA. COME SI È EVOLUTA
LA FRODE SCIENTIFICA. COME SI È EVOLUTA PDF Stampa E-mail

Da sempre anche gli scienziati, non tutti ovviamente, commettono scorrettezze o frodi: per esempio falsando i dati o plagiando ricerche effettuate da colleghi. Un caso eclatante è stato quello del britannico Andrew Wakefield, autore di una delle più gravi frodi in ambito scientifico, la correlazione tra vaccini e autismo, risultata infondata e in realtà costruita a tavolino. Internet però ha cambiato le forme di comunicazione della ricerca, e con esse le forme di frode o di condotta eticamente scorretta. Inoltre le nuove forme di valutazione, per esempio le metriche che calcolano le pubblicazioni o le citazioni, hanno alimentato comportamenti il cui obiettivo è soddisfare le metriche stesse, e non produrre ricerca di qualità. Mario Biagioli, professore di storia, legge e studi sociali sulla scienza all’Università della California a Davis, riflette su che cosa significhi oggi pubblicare e valutare la ricerca scientifica e quali siano i confini legali ed etici dei comportamenti assunti dai ricercatori o dalle università. Oggi la frode è anche attuata da ricercatori che non cercano la fama ma vogliono solo costruirsi un curriculum gonfiato che rispetti le aspettative delle valutazioni numeriche. Se una commissione di valutazione si limita ad analizzare il curriculum, può essere favorevolmente impressionata dalla sua lunghezza senza sapere che le pubblicazioni sono in realtà frodi o plagi. Di recente abbiamo saputo dell’esistenza di gruppi di riviste che formano cerchie che si accordano per scambiarsi peer review e citarsi a vicenda: anche le riviste sono soggette a pressioni per aumentare il proprio impact factor. Molti atenei lavorano con statistici che decidono come presentare i propri dati per adattarli, o almeno massimizzarne la simbiosi con i parametri usati da alcuni ranking diventati importanti, come quello del Times Higher Education o lo Shanghai Ranking. (Fonte: F. Biagioli, da un’intervista pubblicata nel numero 560 di Le Scienze, aprile 2015)