Home 2015 18 maggio RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA RICERCA. ACRITICHE MACCHINE BUROCRATICHE STANNO COSTRINGENDO LA RICERCA LIBERA E DI BASE IN SPAZI SEMPRE PIÙ ANGUSTI
RICERCA. ACRITICHE MACCHINE BUROCRATICHE STANNO COSTRINGENDO LA RICERCA LIBERA E DI BASE IN SPAZI SEMPRE PIÙ ANGUSTI PDF Stampa E-mail

Sempre più spesso siamo chiamati a riempire database di ogni genere, con informazioni sempre più dettagliate e a volte deliranti sulla nostra attività, redigere documenti in cui più che il contenuto è l’impaginazione a determinare uno spreco di tempo inaccettabile. Siamo sollecitati a scrivere progetti per ottenere fondi che non si avrà mai il tempo di utilizzare proficuamente per condurre le nostre ricerche, anche qualora venissero assegnati, perché sottomesso un progetto se ne scrive un altro, riducendo spesso il nostro lavoro a un orribile esercizio di copia incolla. Agenzie specializzate vengono consultate non solo o non tanto per avere una valutazione sulla validità della ricerca che si propone e sull’opportunità di finanziarla perché realmente e potenzialmente utile alle società che tali ricerche in definitiva finanziano, ma per farsi insegnare quali sono le parole chiave, le frasi “precotte” da utilizzare, gli annunci accattivanti e l’impostazione grafica che i nostri progetti devono includere per “meritare” l’attribuzione di fondi. Agenzie probabilmente nate come effetto collaterale di un’estrema burocratizzazione del mondo della ricerca e credo pagate su fondi delle università e degli enti di ricerca, fondi che potrebbero forse essere spesi meglio per la ricerca o per nuove posizioni. I criteri bibliometrici da soli hanno indotto da tempo ad assumere e suggerire comportamenti oserei dire fraudolenti: più o meno sofisticati meccanismi di autocitazione o citazione tra colleghi, pubblicazioni definite “covert duplicate publications”, inutile frammentazione di lavori in più articoli per aumentare il numero di pubblicazioni. E ciò che forse è più grave, queste acritiche macchine burocratiche stanno costringendo la ricerca libera e di base in spazi sempre più angusti. Non si ha più il tempo di dedicarsi all’intima comprensione dei problemi perché la pubblicazione non è più l’epilogo naturale di una ricerca di cui si vuole far partecipe la comunità, ma il fine unico e solo da perseguire comunque ed in ogni caso. (Fonte: A. De Francesco, http://www.unipd.it/ilbo/fuffa-non-e-scienza 01-04-2015)