PIANO NAZIONALE PER LA RICERCA (PNR) PDF Stampa E-mail

Il Piano nazionale per la ricerca (PNR) è approdato in Consiglio dei ministri. Il documento, che, di fatto, programma economicamente e strutturalmente gli investimenti nella ricerca del nostro Paese, presenta una serie di novità: innanzitutto nella durata che per la prima volta è settennale, cosi da adeguarsi alle direttive di raccordo con l'Unione europea sia per il piano di investimenti previsti sia per le specializzazioni interne che saranno 12 e coincideranno con quelle del piano Horizon 2020 (Programma europeo per la ricerca).
Le aree di sviluppo prioritarie, come si legge nella bozza del Ministero, saranno tre: aereospazio, agrifood e fabbrica intelligente, che sono le aree individuate per la specializzazione nazionale intelligente, ovvero quegli ambiti di ricerca dove è possibile sviluppare una concentrazione di investimenti e risorse tesi all'innovazione industriale, anche da parte dei privati. II secondo segmento riguarda il settore ad "alto potenziale", ovvero quegli ambiti dove il nostro Paese, rispetto agli altri stati dell'Unione, ha particolari competenze e peculiarità (chimica verde, patrimonio culturale, creatività e design made in Italy e sviluppo della filiera marittima); il terzo segmento è rappresentato dalle aree in transizione (smart city and communities, tecnologie per gli ambienti di vita), che hanno visto una buona vitalità nell'ultimo triennio, ma che hanno bisogno del sostegno della domanda per la creazione di nuove fette di mercato per l'innovazione. L'ultimo segmento riguarda gli ambiti consolidati come salute, energia e trasporti, che necessiteranno di un’individuazione di settori specifici in cui destinare le risorse. Un documento molto corposo che cerca di ridisegnare, innovando il complesso assetto della ricerca italiana e che ha come obiettivo l'impiego di 6 miliardi di euro da qui fino al 2016. Queste risorse saranno attinte per un terzo dal bilancio del Miur, andando a pescare dai fondi per il Piano operativo nazionale per la ricerca (circa 2,2 miliardi di euro) e la parte rimanente sarà attinta dal Programmi Regionali (Por) e dal programma europeo Horizon 2020. II Piano nazionale della ricerca approderà intorno al 20 aprile al Cipe (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) e verrà esaminato in tutte le sue voci di spesa, con oltre 14 mesi di ritardo, una costante che al momento ci allontana molto dagli standard europei. (Fonte: M. Coccia, Il Messaggero 20-04-2015)