Home 2010 15 Aprile Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione. Istituita nel 2006 non ha ancora personale proprio
Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione. Istituita nel 2006 non ha ancora personale proprio PDF Stampa E-mail

L’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione è stata costituita con la legge finanziaria 2006 durante il governo Prodi e con il ministro per l'Innovazione Luigi Nicolais. Il suo consiglio di amministrazione è stato nominato nel novembre 2008, il presidente nel dicembre seguente e il direttore generale nel marzo 2009. «Ma ancora l'Agenzia non dispone di personale proprio per due ragioni — sottolinea il presidente professor Renato Ugo — Primo perché stiamo sempre aspettando di concertare il metodo con il quale creare il fondo unico necessario al procedimento di assegnazione temporanea; secondo perché si attende da parte degli uffici dei ministeri della Pubblica amministrazione-Innovazione e dell'Economia e Finanze l'interpretazione delle norme sul blocco delle assunzioni». Nel frattempo grazie al prestigio e ai buoni uffici del suo presidente l'agenzia ha trovato soccorso nella Camera di Commercio di Milano che ha messo a disposizione alcune preziose risorse umane ed anche una sede con stanze vuote che attendono di essere vitalizzate. Il tutto regolato da una convenzione che scade il 12 luglio 2010: e dopo che cosa accadrà? Ciò nonostante l'Agenzia, anche in queste condizioni, è entrata in attività dandosi una struttura e avviando iniziative rispondenti agli scopi della sua creazione. Innanzitutto ha stretto una trentina di accordi con i maggiori enti di ricerca nazionali e internazionali, Fondazioni e Regioni, avviando sia corsi di formazione manageriale per valorizzare la ricerca pubblica, sia rapporti di partenariato con istituzioni nazionali e università straniere le quali ospitano i nostri scienziati per alcuni stage. L'Agenzia, dunque, vorrebbe essere un motore dell'innovazione nazionale, ma per essere efficace deve tener conto dei tempi con i quali si corre altrove. Altrimenti lo sforzo è inutile. Ma ciò sembra sfuggire alla politica. (Corsera 06-04-2010)