Home 2015 18 marzo VARIE UNA VALUTAZIONE PROSPETTICA INVECE DI UNA RETROGRADA
UNA VALUTAZIONE PROSPETTICA INVECE DI UNA RETROGRADA PDF Stampa E-mail

La valutazione messa in atto nelle università (e nelle scuole) è solo di tipo retrogrado: non solo essa ignora l’esistenza di differenziazioni interne ai singoli atenei, ma si limita a sanzionare l’esistente senza fare nulla, assolutamente nulla, per cambiarlo. Per fare ciò sarebbe necessaria una politica opposta a quella attuale: effettuare una valutazione sì di accertamento (anche se con altri sistemi rispetto a quelli sinora utilizzati), ma orientata a interventi che – realtà per realtà, dipartimento per dipartimento – possano portare ad un aumento del tasso di qualità. Per dirla all’ingrosso, se si constata che un certo dipartimento ha un tasso di clientelismo e localismo assai elevato è inutile punire l’esistente, in un’ottica moralistica, attraverso la decurtazione delle risorse; bisognerebbe piuttosto finanziare, ad es., solo assunzioni nella direzione della acquisizione di personale di alta qualità (studiosi residenti all’estero, che abbiano certi requisiti, che siano selezionati in modi particolari, o comunque provenienti da altre realtà universitarie e così via); o incoraggiare l’internazionalizzazione, o migliorare i laboratori e via dicendo. Insomma, piuttosto che dare o togliere quote di FFO all’intera università, che non hanno altro effetto se non canalizzare le poche risorse residue verso i gruppi più forti, oltre che a creare su scala nazionale il modello dipolare, sarebbe necessaria una politica attenta alle specificità, flessibile nelle sue soluzioni, e mirata allo sviluppo piuttosto che alla depressione. Insomma una “politica dell’università”, analogamente a come sarebbero anche necessarie una “politica industriale” (che manca), una “politica dell’ambiente” (che manca) e una “politica della salute” (che manca), ecc. In questa luce l’Anvur dovrebbe ridefinire radicalmente il proprio ruolo nella direzione di uno organismo strumentale di accertamento delle situazioni di difficoltà delle varie sede universitarie, in modo da fornire le informazioni necessarie affinché possa essere decisa a livello politico la strategia da seguire per superarle, di concerto con le singole università interessate e le loro rappresentanze (come il CUN). (Fonte: F. Coniglione, Roars 04-03-2015)