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RICERCA. IL RILANCIO POSTBELLICO PER OPERA DI EDOARDO AMALDI PDF Stampa E-mail

Subito dopo la fine della guerra, il fenomeno della fuga dei cervelli ha stimolato le menti rimaste fortunosamente in patria a riorganizzare la struttura del sistema di ricerca, particolarmente in alcuni settori molto avanzati come quello della fisica. Sono spuntati perciò, allora, accanto a ricercatori di eccellente cultura e competenza, anche alcuni scienziati che hanno ritenuto indispensabile “far politica”, cioè sviluppare un settore di importanza primaria per lo sviluppo del Paese e del welfare. Per esempio, Edoardo Amaldi, allievo di Enrico Fermi (che già aveva conquistato il Nobel nel 1938 con le sue ricerche romane sulla fisica dei neutroni). Amaldi comprese ben presto che bisognava riattivare le collaborazioni sia tra i fisici italiani sia tra gli italiani e quelli di tutto il resto del mondo, avendo una chiara idea – ben prima che si parlasse di unificazione europea – del fatto che l’evoluzione culturale non può essere che un’impresa sovranazionale. Amaldi si rivelò così quello che oggi possiamo chiamare un perfetto servitore dello Stato perché le sue proposte, più che mirare al soddisfacimento di suoi interessi personali o accademici, puntavano alla promozione dell’accreditamento mondiale della fisica italiana. Fu così che Amaldi, già ben noto a tutta la comunità internazionale, si qualificò come il promotore principale di imprese (Europee!!!) come la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), EURATOM (per lo sviluppo dello sfruttamento dell’Energia Atomica), il CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) e, più tardi, dell’ESA (European Space Agency): in tutte queste imprese gli scienziati italiani ebbero collocazioni e ruoli di primo piano. Amaldi trovò un terreno fertile sia nel suo campo specialistico sia in quello politico, indipendentemente dalle esigenze ideologiche di ciascuna politica: sicché le sue imprese lasciarono un segno che ancora oggi è chiaramente visibile nelle strutture di ricerca che abbiamo ereditato: particolarmente l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), con i suoi laboratori nazionali, aperti all’attività senza limiti geografici. Amaldi si giovò del contributo di tutti i suoi colleghi, ma, in particolare, di alcune figure dinamiche e intraprendenti, come quella di Felice Ippolito, che staccò dal CNR – Consiglio Nazionale della Ricerche – un CNRN dedicato al settore nucleare. (Fonte: C. Bernardini, Roars 14-02-2015)