Home 2015 18 marzo FINANZIAMENTI SU UNIVERSITÀ E RICERCA AMBIZIOSO ATTO D’INDIRIZZO DEL MINISTRO GIANNINI
SU UNIVERSITÀ E RICERCA AMBIZIOSO ATTO D’INDIRIZZO DEL MINISTRO GIANNINI PDF Stampa E-mail

Nell’atto di indirizzo con cui il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha riassunto le sue priorità politiche per il 2015 svettano ambiziosi i capitoli su università e ricerca: ambiti vastissimi, per i quali l’atto di indirizzo propone obiettivi tanto ambiziosi quanto complessi. Sul finanziamento degli atenei il documento Giannini contiene un avverbio che, se preso alla lettera, costituisce il passaggio più importante dell’intero testo: vi si legge che “il livello di finanziamento e la libertà di spesa di un ateneo” devono dipendere “soltanto dalle sue performance”, e non “dalla sua dimensione, dalla sua storia o dalla sua fortuna”. Un’affermazione che sembrerebbe prefigurare un’accelerazione della componente premiale nell’attribuzione delle risorse statali agli atenei, tale da arrivare al 100% dell’erogazione in base a criteri di merito. Come prendere una dichiarazione così impegnativa? Se un’interpretazione letterale mal si concilia con i compromessi della politica, è lecito attendersi la fine di quel groviglio di vincoli, formule, clausole di salvaguardia, che ogni anno rendono lenta e incerta la procedura di finanziamento delle università e attenuano gli effetti del “premio ai risultati”.
Affermazioni di principio rimarcate più volte dal ministro sono quelle che animano i punti programmatici sul reclutamento (più spazio ai giovani ricercatori), il diritto allo studio (eliminazione del fenomeno degli idonei senza borsa di studio), la semplificazione nell’accreditamento dei corsi di laurea, l’internazionalizzazione degli atenei con maggiore mobilità per studenti e docenti. Più articolati i passaggi sui finanziamenti alla ricerca: l’atto di indirizzo delinea una programmazione pluriennale che permetta ad atenei ed enti di ricerca di conoscere in anticipo, con un orizzonte di medio-lungo termine, le risorse disponibili (anche “mediante competizione”); uno degli strumenti individuati è l’adozione di un piano finanziario unico della ricerca, che accorpi i tanti capitoli di spesa tra i quali i fondi sono disseminati, per snellire le procedure amministrative e soprattutto evitare l’utilizzo inefficiente o parziale, quando non il totale spreco dei denari a disposizone. L’apertura internazionale è prospettiva chiave anche per la ricerca: il documento Giannini lo definisce criterio di valutazione valido e da utilizzare per tutti gli enti di ricerca. Incentivi in vista, almeno a parole, sono infine previsti per la mobilità dei ricercatori tra enti e università: tra gli strumenti da potenziare, l’atto di indirizzo cita in particolare la chiamata diretta, “istituto importante per promuovere la qualità” del sistema della ricerca. (Fonte: M. Periti, IlBo 20-02-2015)