Home 2015 18 marzo FINANZIAMENTI FINANZIAMENTO DEGLI ATENEI E COSTO STANDARD UNITARIO PER STUDENTE IN CORSO
FINANZIAMENTO DEGLI ATENEI E COSTO STANDARD UNITARIO PER STUDENTE IN CORSO PDF Stampa E-mail

Il Costo standard unitario per studente in corso, introdotto nell’FFO dal 2014, costituisce una rivoluzione del sistema di finanziamento delle università pubbliche; tale costo, infatti, pesa per ora il 20% dell’FFO ma nel 2018 arriverà a pesare il 100% della quota base. Tale scelta, dopo anni di richiami alla valutazione e al merito nella didattica, nella ricerca e nei servizi, è del tutto in contrasto con una reale selezione della qualità, della trasparenza e della responsabilità gestionale dei singoli atenei.
Tra l’altro essa si somma alla volontà - sancita dal recente decreto sui punti organico - di vincolare, di fatto, il turn-over alle entrate nette degli atenei e in particolare alle tasse studentesche, con esiti poco logici - per non dire assurdi - sul piano della distribuzione dei punti organico (ci sono atenei che arrivano a perdere quasi la metà dei punti organico liberati dal turn-over, con esiti disastrosi sul piano della garanzia del pubblico servizio; altri invece guadagnano oltre il 300% pur non essendo particolarmente virtuosi sul piano finanziario...).
Il costo standard è calcolato solo sugli studenti in corso (a tempo pieno e part time). Attribuire valore zero agli studenti fuori corso non fa altro che scaricare su di essi il costo (con la discutibile decisione degli atenei di aumentare le loro tasse che contribuiranno alla virtuosità degli atenei stessi). Si potrebbe tenere conto degli studenti fuori corso assegnando loro un peso come gli studenti part time. Inoltre, un pericolo, come anche affermato dal CUN, potrebbe essere quello di scelte poco virtuose adottate dagli Atenei al fine di ridurre il numero dei fuori corso.
E’ da apprezzare la perequazione del costo standard che tiene conto dei differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui ogni Università si trova ad operare; qui si può migliorare ancora.
Richiamiamo dunque, come sindacato dei docenti, l’attenzione del Ministro e della politica dinanzi a scelte che produrranno, senza robusti correttivi, un solo e unico risultato: quello di spingere verso la marginalizzazione buona parte degli atenei del Sud del paese o periferici, benché eccellenti per molte altre caratteristiche, sul piano della didattica e della ricerca, senza per questo migliorare nel complesso il sistema dell’alta formazione.
Questo ci pare ad oggi l’esito, non oppugnabile, dei tre decreti licenziati alla fine del 2014, ovvero il Decreto FFO 2014, quello sul Costo standard unitario di formazione per studente in corso e il decreto che disciplina la possibilità di reclutamento (Decreto Punti Organico 2014).
Se il risultato della distribuzione delle risorse avrà come conseguenza quella di spingere molti studenti del Sud a iscriversi nelle università del Centro-Nord dove, a parità di iscritti, si avranno più docenti che seguiranno meglio gli studenti, ciò avrà come conseguenza quella di allargare ancor di più il divario economico e culturale fra le diverse aree geografiche dell’Italia.
(Fonte: G. Mulone, UNICT, documento per la Giunta dell’Uspur 23-02-2015)