Home 2015 16 febbraio RICERCA. RICERCATORI UN EMEDAMENTO ALLA CAMERA PORTA DA 4 A 6 IL LIMITE DI ANNI DI ASSEGNI DI RICERCA ATTRIBUIBILI A UN RICERCATORE
UN EMEDAMENTO ALLA CAMERA PORTA DA 4 A 6 IL LIMITE DI ANNI DI ASSEGNI DI RICERCA ATTRIBUIBILI A UN RICERCATORE PDF Stampa E-mail

La commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento al decreto Milleproroghe che fa(rebbe, se il decreto passasse) tirare un sospiro di sollievo a decine di migliaia di ricercatori, portando da 4 a 6 il limite di anni di assegni di ricerca attribuibili a un ricercatore. Per capire la portata del decreto, bisogna sapere che la riforma Gelmini (legge 240/2010) aveva trovato una soluzione piuttosto "radicale" al problema del precariato nell'università: porre un tetto di 4 anni al periodo in cui un ricercatore può usufruire di assegni di ricerca. Visto l'attuale struttura delle carriere nella ricerca, l'assegno di ricerca costituisce il principale strumento di sostentamento per tutti i giovani studiosi che hanno finito il dottorato ma non sono ancora stati inquadrati nel ruolo di ricercatori o professori; si tratta insomma di un periodo precario di "gavetta" in cui il ricercatore, tipicamente esentato da obblighi didattici, deve rendere solido e spendibile il proprio curriculum per trovare un inquadramento in un ateneo. L'emendamento, presentato dalla deputata PD Manuela Ghizzoni rimanda il problema di due anni. “Se non ci fosse stata questa proroga avremmo rischiato di perdere un capitale umano di ricercatori di livello, che il sistema italiano della ricerca, sottodimensionato, non assorbe. Non possiamo perdere altri ricercatori perché l’Italia – spiega Ghizzoni – ne ha a oggi un numero bassissimo, circa 150.000, a fronte dei 510.000 della Germania, 430.000 dell’Inghilterra, 340.000 della Francia e 220.000 della Spagna".
(Fonte: M. Viola, http://www.uninews24.it 06-02-2015)