RIDIMENSIONAMENTO DELL’UNIVERSITÀ. IL FALSO E IL VERO |
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Alle politiche di ridimensionamento finanziario dell’università contribuiscono certamente affermazioni, spesso provenienti dallo stesso mondo accademico e supportate dai grandi mezzi di comunicazione, del tipo:
- L’università italiana costa troppo rispetto alla media europea
- La spesa italiana per studente è tra le più alte al mondo
- Non possiamo più permetterci il costo della formazione terziaria
- Produciamo troppi laureati
- La laurea non serve più, non conviene economicamente e i laureati non trovano lavoro.
Eppure i dati elaborati da fonti autorevolissime smentiscono tali affermazioni, che il più delle volte si dimostrano prive di ogni fondamento. Infatti:
- Secondo l’OCSE, l’Italia occupa per spesa in educazione terziaria in rapporto al PIL il 32° posto su 37 Paesi considerati.
- La spesa annuale per studente nell’istruzione terziaria a parità di potere d’acquisto per studente equivalente a tempo pieno è inferiore del 29% rispetto alla media dei paesi OCSE e del 37% rispetto al PIL.
- Nel 2012 nella media dell’Unione europea vi erano oltre 36 laureati ogni 100 abitanti, contro il 22,3% dell’Italia.
- Sul mercato del lavoro, la laurea, nonostante diffuse convinzioni contrarie, continua a offrire migliori opportunità occupazionali e reddituali rispetto al solo diploma di maturità.
(Fonte: A. Stella, Roars 30-01-2015)
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