UCRAINA. UNA NUOVA LEGGE DI RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ |
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Come altri Paesi ex-sovietici, negli anni '90 l'Ucraina aveva tentato almeno nominalmente di cambiare il sistema fortemente legato al controllo statale nell'organizzazione e nella gestione delle università, nelle nomine dei docenti e nei programmi di studio. Ma la corruzione endemica, il plagio, la vendita di esami e diplomi di laurea, come denunciato da numerosi osservatori, erano rimasti drammaticamente diffusi in molti atenei del Paese. Nel 2005 il governo si era impegnato ad adeguare l'Ucraina al Processo di Bologna e introdurre il sistema di crediti europeo, ma tale cambiamento non è mai stato realmente avviato. Nel 2008 l'Ucraina si era dotata di nuovi test di ammissione per le matricole universitarie che avrebbero dovuto rendere più trasparente l'ingresso, ma la crisi economica e i drastici tagli nell'istruzione superiore avevano in realtà causato nuove frodi e un sistema di tangenti e di elargizioni informali ai docenti per favorire l'entrata delle matricole. Nel dicembre 2013 attivisti e docenti manifestarono per giorni a Kiev per chiedere l'autonomia delle loro università e l'applicazione di quegli impegni. La disputa che ha preceduto l'approvazione della legge può esser considerata come una battaglia per procura sulla spaccatura fra filorussi e filoeuropei che attraversa il Paese, sostiene Edmund Klein, ricercatore al Centro di Ricerca per gli studi dell'Europa dell'Est dell'Università di Bremen: "Ci sono state - spiega - tre diverse proposte di legge: una influenzata dal sistema universitario russo-sovietico e sostenuta dal governo; un'altra disegnata sul modello europeo proposta dall'opposizione e una terza stilata da un gruppo di esperti provenienti dalle università e dalla società civile, sulla base della quale la nuova legge è stata finalmente adottata”. (Fonte: M. Borraccino, rivistauniversitas 03-11-2014)
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