Home 2014 18 novembre UE. ESTERO USA E ITALIA. L’ANDAMENTO DEL FUORICORSO NELLE UNIVERSITÀ
USA E ITALIA. L’ANDAMENTO DEL FUORICORSO NELLE UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Hanno avuto recentemente risalto le classiche sulle università con meno (Politecnico di Milano, 28,4% e IUAV, Venezia, 28,7%) e con più (Potenza e L'Aquila, 53%) studenti in ritardo, pubblicate dall'Anvur nel rapporto 2013. E il numero complessivo, benché ingente – secondo le rilevazioni di AlmaLaurea in Italia sono circa 700.000 gli studenti fuori corso – non sembra in sé giustificare tanto allarme, al contrario del pesante calo delle immatricolazioni verificatosi dopo il 2003. In Italia si laureano infatti in corso il 40% degli studenti e il 45% delle studentesse, una percentuale per nulla così bassa nel panorama europeo, e concludono gli studi oltre i quattro anni dopo la durata legale soltanto il 13% di loro, un numero dimezzato rispetto al 2000 e che rappresenta il più basso mai registrato, come attesta sempre AlmaLaurea con il rapporto 2014, con un progressivo e costante miglioramento.
Se nel nostro Paese questo fenomeno è, perlomeno, ben conosciuto, negli Stati Uniti, dove è altrettanto diffuso, è però assai meno discusso. Solo circa il 39% di universitari americani riesce a ottenere una laurea entro i quattro anni previsti dall’ordinamento, che è simile a quello europeo prima che si attuasse la riforma del 3+2. Più del 40% non completa gli studi nemmeno in sei anni. Esistono tutta una serie di ragioni personali, strutturali e normativo-culturali dietro a questo fenomeno”. Ad esempio, anche negli Stati Uniti è pressoché impossibile laurearsi in ingegneria, e in altre discipline altrettanto complesse, in meno di cinque anni. Accade poi che tante matricole inizialmente iscritte a un corso di studi finiscano per cambiare una o più volte durante gli anni di università, dovendo ogni volta superare gli esami obbligatori del nuovo indirizzo e quindi mettendoci di più ad arrivare alla laurea. Si stima che tra il 50% e il 70% degli iscritti modifichino il proprio corso di laurea almeno una volta, con una maggioranza che finisce per ricominciare da capo, o quasi, almeno tre volte. “Negli anni sessanta, si pensava che solo un terzo dei diplomati di scuola superiore sarebbe andato al college – dice Hurtado – Ora invece ci aggiriamo sul 70%, una popolazione tra l’altro molto più diversificata di un tempo”. Non a caso, la percentuale di studenti che finiscono fuori corso o, addirittura, lasciano prima di laurearsi, è molto più alta tra questi “ultimi arrivati”. Tra i giovani neri solo il 20,5% completa l’università in quattro anni, con il 60% che non finisce nemmeno entro sei. Tra gli ispanici, il 29% si laurea in tempo e poco più della metà in sei anni. Questi risultati così mediocri derivano senz’altro anche dalla preparazione insufficiente che questi giovani ricevono alle superiori, giacché la qualità della scuola pubblica americana varia enormemente di zona in zona e gli istituti migliori si concentrano quasi esclusivamente nei quartieri popolati dalla classe medio-alta. Il gruppo non-profit Complete College America ha stimato che un anno di università in più viene a costare, allo studente medio di un ateneo pubblico, 63.718 dollari tutto compreso (dati citati da TIME).
(Fonte: V. Pasquali, www.unipd.it/ilbo 17-10-2014)