Home 2014 18 novembre STUDENTI L’IMPORTANZA DI FREQUENTARE LE LEZIONI E DEL RAPPORTO DOCENTE-STUDENTE
L’IMPORTANZA DI FREQUENTARE LE LEZIONI E DEL RAPPORTO DOCENTE-STUDENTE PDF Stampa E-mail

Se gli studenti non vengono a lezione, come può un docente costruire un ponte fra i singoli, sempre più isolati davanti al computer o al telefonino, attratti magicamente da una rete di solitudini e non più da una fattualità di relazioni dirette, personali, fra compagni di studi o fra docente e studente? La frequenza a lezione è per me restituzione di quello che ho appreso, che ho avuto ma anche che non ho avuto e credo invece vada dato. È un ponte generazionale, è un modo per indurre a leggere altro, per approfondire, spostare l’angolo di visuale, per suscitare curiosità e capacità di porre in relazione temi e questioni, ma anche per prendere contezza di distanze incolmabili. Un’università che non faciliti al massimo la frequenza delle lezioni adottando ogni possibile stratagemma e anche richiedendo significativi sacrifici ai suoi docenti, e al tempo stesso esigendo la presenza e facendo di tutto per renderla piena di significato e di gusto, è un’università che accetta di perdere la relazione con il futuro, che si lascia respingere all’angolo. Che non crede nella forza dell’insegnamento e del rapporto diretto, personale, nel quale conta sapere e saper insegnare: anche su questa base i docenti vanno selezionati. L’esito in sede d’esame può non avere diretta relazione con la frequenza, ma qualcosa in chi ha frequentato resta comunque, se il professore è stato all’altezza del compito che gli sarebbe richiesto. Quello che resta è la traccia di un senso nella disciplina affrontata, un senso che rischia di sfuggire rarefacendo il rapporto del singolo con una materia che è un pezzo di mondo, di metodo, un grumo di temi e passioni, un accumulo di interpretazioni ed equivoci. Qualcosa che trasuda vita, quella vera, che è diversa da quella che si finge di vivere on line.
(Fonte: M. G. Muzzarelli,
www.unipd.it/ilbo 15-10-2014)