Home 2014 8 aprile ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE ASN. 59.193 CANDIDATI, 998 "GIUDICI", 184 COMMISSIONI PER 14 SETTORI DISCIPLINARI. SUPERARE LE POLEMICHE SUGLI ESITI
ASN. 59.193 CANDIDATI, 998 "GIUDICI", 184 COMMISSIONI PER 14 SETTORI DISCIPLINARI. SUPERARE LE POLEMICHE SUGLI ESITI PDF Stampa E-mail

L'abilitazione scientifica nazionale «si è svolta con modalità di straordinaria trasparenza», soprattutto se «confrontate con quelle del passato». Chi si è avventurato in questo appassionato elogio del nuovo sistema di selezione degli aspiranti professori universitari, nato con la riforma del 2010 nel tentativo di archiviare le tante storie di "famiglie accademiche" fiorite nelle vecchie «concorsopoli» locali? Il giudizio è scritto in una petizione del Coordinamento giovani accademici della Sapienza di Roma, che in calce a questo appello ha raccolto in poche settimane 2.227 firme. A leggere le polemiche di queste settimane, e la loro ricca aneddotica su pubblicazioni valutate in pochi secondi ed esclusioni di talenti "sorpassati" da candidati con curricula esili e zoppicanti, la richiesta dei «giovani accademici» parrebbe quantomeno originale, e insensato l'ampio seguito ottenuto subito nelle università. Superare questa prima impressione, però, non è difficile: basta, prima di tutto, ricordare che cos'è, e che cosa non è, l'abilitazione nazionale.
L'abilitazione non è un concorso, nel senso che non assegna posti, ma seleziona chi può aspirare a una cattedra: per questa ragione, è a numero «aperto», e raccoglie tutti gli studiosi che vogliono candidarsi. Saranno poi le singole università a mettere a disposizione i posti e reclutare gli abilitati.
I numeri, appunto, non sono un fattore secondario: la prima tornata di abilitazione (dati ufficiali) ha esaminato 59.193 candidature, impegnando 998 "giudici" divisi in 184 commissioni per 14 settori disciplinari. Ipotizzando con uno slancio di ottimismo un tasso di errori quasi inumano, per esempio l'1%, si otterrebbero 592 casi controversi: più che sufficienti per alimentare la polemica basata su aneddoti, e per far legittimamente arrabbiare parecchie persone coinvolte, ma troppo pochi per bocciare senza appello il sistema. Anche il lavoro dei TAR, che da sempre tiene per mano l'università italiana in ogni suo passo, sembra per ora confermare questa impressione: i ricorsi sono nell'ordine di qualche centinaio, e le prime pronunce hanno riconosciuto la sospensiva per casi individuali, chiedendo talvolta anche di formare una nuova commissione, ma senza intaccare i i pilastri del sistema e i parametri di valutazione.
(Fonte: G. Trovati, Ilsole24ore.com 17-03-2014)