Home 2014 14 marzo RETRIBUZIONI LA CONSULTA. LEGITTIMO IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI DEI RICERCATORI UNIVERSITARI
LA CONSULTA. LEGITTIMO IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI DEI RICERCATORI UNIVERSITARI PDF Stampa E-mail

In qualità di difensore di fiducia di un numeroso gruppo di ricercatori dell'Università di Bari, i primi di novembre del 2013 sono entrato nel Palazzo della Consulta orgoglioso di poter difendere innanzi alla Corte Costituzionale i diritti di un gruppo di ricercatori che con il loro quotidiano lavoro e sacrificio contribuiscono alla crescita del livello qualitativo e della ricerca delle nostre università e allo sviluppo economico del nostro paese, una categoria già vessata e spesso sottopagata rispetto al ruolo e all'impegno profuso. Speravo tenacemente di poter restituire ai ricercatori un po’ della loro dignità professionale, ottenendo la declaratoria di illegittimità della norma. La mia fiducia in un esito positivo era confortata da una sentenza della stessa Consulta di appena un anno prima (la n. 223/2012) con cui i Giudici avevano dichiarato l'incostituzionalità della stessa identica norma nella parte in cui prevedeva l'applicazione del medesimo blocco degli scatti stipendiali nei confronti della categoria dei magistrati. Le nostre difese avevano puntato molto su questo aspetto, vista l'identità delle censure e dei vizi di incostituzionalità rilevati dal Tar Puglia. Ma pochi giorni fa la Corte Costituzionale sorprendentemente con la sentenza n. 310/2013 ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale, ritenendo quindi corretto il comportamento dello Stato che anziché agire con incisività sull'evasione fiscale per risolvere la crisi economica del paese o applicare norme impositive uguali per tutti i lavoratori pubblici, preferisce mettere le mani delle tasche solo dei ricercatori universitari. Quello che più sorprende in tale decisione, però, è il cambio di rotta della Consulta ad appena un anno dalla decisione assunta sull'identica questione relativa al blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo per i magistrati, ritenendo giusto e legittimo un trattamento differenziato fra le due categorie di lavoratori, in quanto a suo dire la precedente sentenza aveva "messo a riparo la magistratura da qualsiasi forma di interferenza, che potesse, sia pur potenzialmente, menomare l'autonomia e l’indipendenza". Sia ben inteso, massimo rispetto per l'autonomia della magistratura che svolge un ruolo importantissimo nel nostro Paese ed onore all'impegno di tanti bravi magistrati sempre in prima linea, ma onestamente sarà difficile spiegare ai miei assistiti cosa c'entra l'autonomia della magistratura con il blocco per tre anni del loro aumento di stipendio e perché tale principio non vale anche per i ricercatori, così come sarà difficile spiegare perché in questo paese si riesce, invece, sempre a giustificare l'utilizzo di due pesi e due misure, sopratutto quanto si tratta di soldi! Mio Padre mi ha insegnato che bisogna sempre rispettare e accettare le sentenze, e così farò anche questa volta seppur con amarezza, così come continuerò ad avere fiducia nella giustizia, ma un domani difficilmente suggerirò ai miei figli di fare questo mestiere perché così diventa veramente impossibile difendere i diritti dei cittadini visto che la giustizia non è "proprio" uguale per tutti, e se invece vorranno fare i ricercatori universitari, gli suggerirò di andare a lavorare all'estero!
(Fonte: M. Vernola, lettera al direttore del consorzio AetnaNet
www.aetnanet.org 02-02-2014)