Home 2014 14 marzo RETRIBUZIONI IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI. CONTRADDITTORIETÀ E INIQUITÀ DEL PROVVEDIMENTO
IL BLOCCO DEGLI SCATTI STIPENDIALI AI DOCENTI UNIVERSITARI. CONTRADDITTORIETÀ E INIQUITÀ DEL PROVVEDIMENTO PDF Stampa E-mail

Come è noto, con decreto legge n. 78/2010 il Governo ha introdotto il blocco degli scatti biennali per il personale docente dell’università. Con lo stesso provvedimento sono stati bloccati gli stipendi dei dipendenti pubblici contrattualizzati, nonché le fasce stipendiali dei ricercatori e dei tecnologi degli enti di ricerca. Ciò nell’ottica di contribuire al contenimento della spesa pubblica. Va segnalato che per il personale docente universitario, in seguito alla legge Gelmini, andata in vigore quasi contemporaneamente, tali scatti non sono più automatici ma sono assegnati dopo un giudizio di merito cui i docenti sono sottoposti. Oltre il danno economico finora ricevuto, il blocco negherà anche la maturazione ai fini giuridici, con la conseguenza che alla fine del blocco non si percepirà una retribuzione che terrà conto degli anni passati, ma si ripartirà dai valori del 2010. Concluso il triennio, non solo il blocco è stato riproposto da parte del governo anche per il 2014, ma, con la nuova Legge di Stabilità del 2014, sono state introdotte altre norme che limitano il riconoscimento dell’anzianità pregressa e che perciò potrebbero danneggiare ulteriormente la carriera economica dei docenti universitari. In questo clima di responsabilità e sacrifici, recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno ritenuto valide le richieste di alcuni settori del pubblico impiego, avanzate in sede Giudiziaria Amministrativa, ribadendo la validità di norme più favorevoli previste già nel provvedimento di origine o da provvedimenti successivi per gli Avvocati e i Procuratori dello Stato, le Forze di Polizia, tutto il personale non contrattualizzato e la Magistratura. E’ ben nota poi la concessione degli scatti stipendiali per il periodo 2011-2013 al personale della Scuola Media Superiore con decisione del Consiglio dei Ministri del 17 gennaio 2014. Gli unici che continuano a dare il loro sostegno alla situazione di crisi sono rimasti i dipendenti delle università e il personale contrattualizzato del pubblico impiego: un’altra sentenza della Corte Costituzionale di recente pubblicata ha negato, infatti, la cancellazione del blocco degli scatti stipendiali dei professori universitari in quanto “congruente con la necessità di risparmi consistenti ed immediati”. Appaiono evidenti la contraddittorietà e l’iniquità dei provvedimenti presi. È del resto ben nota e inaccettabile la logica di individuare nei settori della cultura e dell’istruzione ambiti in cui poter recuperare risorse operando dissennate riduzioni delle spese e degli investimenti. E pur con questi magri e irrisori finanziamenti si danno risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate.
Se è vera la tante volte proclamata attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c’è dubbio cha la formazione debba essere, come già accade in altri Paesi, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell’Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull’intero percorso formativo dei discenti.
Un primo segno di un’auspicata inversione di tendenza sarebbe intanto la cessazione del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici contrattualizzati e degli scatti stipendiali per i docenti universitari e per i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, già dal 2014. Andrebbe poi recuperato il riconoscimento, almeno ai fini giuridici, del periodo 2011-2013.
(Fonte: Un
gruppo di docenti Universitari di Roma Tre www.usirdbricerca.info 04-03-2014)