Home 2014 3 febbraio ATENEI. IT UNIBO. FONDI IN MENO A SOSTEGNO DEL FONDO DI GARANZIA PER GLI ATENEI NON “VIRTUOSI”
UNIBO. FONDI IN MENO A SOSTEGNO DEL FONDO DI GARANZIA PER GLI ATENEI NON “VIRTUOSI” PDF Stampa E-mail

«Più che quota premiale, la dovremmo chiamare quota assistenziale. Così non rischiamo di fare un torto alla lingua italiana». Non usa mezzi termini Ivano Dionigi, rettore dell'Alma Mater di Bologna, uno dei migliori tra i grandi atenei (secondo la recente classifica sulla Valutazione della qualità della ricerca), dopo aver scoperto che l'attesa e agognata quota premiale, anche per quest’anno, è finita nel cassetto. Infatti, di quelle risorse promesse per i migliori ce ne sono poche o niente, anzi la maggior parte delle assegnazioni premiali è di segno negativo. Con il paradosso che gli atenei che vanno meglio pagano il conto anche di quelli che vanno peggio. «Quest'anno avremmo dovuto ricevere 58 milioni di euro, ma per il fondo di tutela degli atenei meno virtuosi ne riceveremo 53 con un taglio pari a quasi il 5%. Ci hanno sottratto 4 milioni e mezzo per trovare quei 30 milioni di euro di fondo di garanzia per gli atenei in difficoltà o che avrebbero avuto un taglio superiore al 5%. Se invece di toccare il fondo premiale avessero fatto tagli lineari, Bologna ci avrebbe di certo guadagnato». In ogni caso a perderci, tra gli atenei migliori, sono tutti. Secondo i numeri contenuti nel decreto del MIUR con cui si attribuisce a ogni università la quota premiale e gli importi finali relativi al 2013, l'impatto degli incentivi attribuiti in base ai risultati della qualità della ricerca è stato azzerato dalla decisione di non assegnare ad alcun ateneo una somma maggiore di quella del 2012. In sostanza, sulla carta in base al merito è stata distribuita una quota premiale pari a circa 800 milioni dell'assegno complessivo (10% in meno dell'anno precedente). Ma in realtà al netto degli interventi perequativi la quota effettiva è scesa ulteriormente perché a pesare davvero sull'effettiva distribuzione dei soldi sono le clausole di salvaguardia, quella rete di protezione con cui si è stabilito che nessun ateneo avrebbe potuto ricevere più fondi rispetto al 2012 o perderne più del 5%. Il risultato? Su 63 atenei destinatari dei fondi, 55 (cioè l'87% del totale) otterranno un finanziamento complessivo inferiore a quello dell'anno precedente, e a solo otto atenei sarà assegnata una quota identica a quella del 2012.
(Fonte: ItaliaOggi Sette 20-01-2014)