Home 2014 3 febbraio FINANZIAMENTO IL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLE UNIVERSITÀ NON È EQUO NÉ FUNZIONALE, LO DICE IL MINISTRO
IL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLE UNIVERSITÀ NON È EQUO NÉ FUNZIONALE, LO DICE IL MINISTRO PDF Stampa E-mail

Ci sono meno risorse per tutte le università italiane e, dicono i rettori del Nord, distribuite a casaccio. I rettori (tutti) sono infuriati perché il taglio agli atenei è un fatto: dai 6,9 miliardi di euro complessivi del 2008 si è scesi ai 6,2 del 2013, il 10,2 per cento in meno. Continuiamo a definanziare le università, al contrario dei Paesi anglosassoni, di Francia e Germania. E quel che resta è distribuito a pioggia. Tra fine dicembre e inizio gennaio sui tavoli dei rettori sono arrivate le cifre dei fondi di finanziamento ordinario per il 2013 e l'arretramento generalizzato è diventato ufficiale: atenei come Bergamo hanno perso l'1,34 per cento, altri venti addirittura il 5 per cento (alla Sapienza di Roma sono stati tolti 26 milioni). Il problema successivo è stato il confronto, e così si è scoperto che la Bicocca di Milano, la migliore secondo i parametri ministeriali, ha ricevuto meno soldi di Messina, la peggiore. E, ancora, l'Università della Tuscia di Viterbo, che non si è distinta quasi in nulla, ha avuto 6.647 euro per ogni iscritto quando il Politecnico di Milano (in passato sul podio per qualità) 2.871 euro, due volte e mezzo in meno.
Il ministro Maria Chiara Carrozza accoglie le critiche e dice: «L'attuale sistema di finanziamento delle università non è equo né funzionale: aumenteremo i premi per gli atenei che funzionano e terremo conto degli indicatori territoriali». Il ministro spiega che già per il 2014 ci saranno 193 milioni in più e la quota premiale salirà dal 13,5 al 16 per cento con la ricerca che peserà per l'80 per cento.
Che cosa chiedono i rettori per superare questa fase critica? Il presidente della CRUI ha risposto: “Quattro principi irrinunciabili, cioè stabilità dei fondi negli anni, senza la quale non si riescono a mettere in campo incentivi adeguati, equità, perché il finanziamento attuale legato, di fatto, alla spesa storica tratta in modo diverso realtà simili, premialità vera, perché il "premio" non può essere rappresentato da un taglio più leggero della media, e semplicità, per riuscire a programmare su basi condivise la vita degli atenei”.
(Fonte: C. Zunino, La Repubblica 29-01-2014. G. Trovati, IlSole24Ore 27-01-2014)