Home 2013 7 ottobre DOTTORATO DI RICERCA COMPETENZA E FORMAZIONE IN AMBITO UMANISTICO
COMPETENZA E FORMAZIONE IN AMBITO UMANISTICO PDF Stampa E-mail

La parola magica su cui si regge nella retorica oggi vincente e mainstream qualsiasi discorso relativo alla formazione scolastica e universitaria è competenza. La scuola e l’università sono chiamate a formare soggetti competenti, soggetti cioè in grado di fare. E di fare cosa? Di fare ciò di cui c’è bisogno. E siccome c’è bisogno anche di parlare e di scrivere (e magari talvolta di fare anche qualche citazione elegante, ché la cosa fa sempre il suo bell’effetto) si è disposti a riconoscere uno spazio adeguato per la formazione di queste competenze alle discipline umanistiche. Io credo che se si accetta davvero una logica di questo tipo, si sia già preclusa fin dall’inizio qualsiasi possibilità di giustificare la rilevanza di una formazione in ambito umanistico. E dicendo questo non intendo affatto sostenere che la formazione umanistica debba “romanticamente” prescindere da un discorso sulle competenze. Anzi, trovo essenziale che ci si interroghi e si lavori su questo aspetto. Solo che non penso si possa basare sull'acquisizione di competenze la giustificazione delle discipline umanistiche, la rilevanza o meno di una formazione umanistica. Ad esempio un dottore di ricerca in filosofia specializzato su alcuni problemi relativi alla Critica della ragion pura di Kant, può riuscire a maneggiare una architettura argomentativa di grandissima complessità, vederne le fluttuazioni e gli spostamenti, riconoscerne le debolezze e i punti di forza, evidenziarne le movenze persino inconsce. Credo che competenze di questo tipo possano essere fondamentali in relazione alla capacità di “maneggiare” la complessità; capacità che dovrebbe essere una sorta di prerequisito per chi si trova ad agire all’interno di sistemi caratterizzati da così tante variabili come sono, per esempio, i sistemi dell’amministrazione pubblica.
(Fonte: L. Illetterati, IlBo 04-09-2013)