Home 2013 6 Maggio STUDENTI STUDENTI. IL NUMERO CHIUSO TRA TAR, CdS, CONSULTA E CORTE EUROPEA
STUDENTI. IL NUMERO CHIUSO TRA TAR, CdS, CONSULTA E CORTE EUROPEA PDF Stampa E-mail

Criticato dagli studenti universitari, tutelato dalla legge italiana e recentemente sdoganato dalla Corte europea di Strasburgo, il principio del numero chiuso nelle facoltà, o meglio nei corsi di laurea, torna a far parlare di se. E questa volta c'è aria di rivoluzione. I giudici amministrativi hanno infatti stabilito che il "fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo", in base al quale vengono determinati gli accessi programmati negli atenei, non dovrà far riferimento soltanto al territorio italiano, bensì all'intero ambito comunitario.
Tutto è partito dal ricorso presentato al Tribunale amministrativo del Lazio da due studenti che non hanno superato il test d'ingresso per il corso di laurea specialistica in Odontoiatria all'Università di Bologna, nell'anno accademico 2005/2006. II Tar ha dato loro ragione, sostenendo the nel calcolo dei dentisti da immettere nel mondo del lavoro non si può tener conto soltanto del Sistema sanitario nazionale, considerata la possibilità di esercitare la professione in tutto il territorio europeo. Tesi ribadita dal Consiglio di Stato con una sentenza emessa lo scorso 26 febbraio. Secondo la sesta sezione del tribunale amministrativo di secondo grado nel determinare il numero chiuso è stata sottovalutata anche la capacita ricettiva della struttura universitaria. L'Ateneo bolognese infatti per quell'armo accademico aveva messo a concorso 32 posti, pur disponendo di 39 poltrone attrezzate, su un totale di 903 posti in tutta Italia. Per questa ragione i giudici del Consiglio di Stato hanno chiesto al Ministero dell’istruzione e della ricerca di depositare entro 40 giorni una "documentata e dettagliata relazione in cui siano esplicitati gli effettivi criteri seguiti da ciascuna sede universitaria nel definire il numero dei posti disponibili" per accedere al corso di laurea in Odontoiatria. L'udienza per arrivare a una sentenza definitiva è stata rinviata al 25 giugno. I principi normativi sono chiari. La legge 264 del 1999 stabilisce quali sono le norme in materia di accesso ai corsi universitari. La Corte Costituzionale, con due sentenze datate 1998 e 2008, Si espressa favorevolmente sul cosiddetto "numero chiuso". E in ultimo, lo scorso 2 aprile, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la soluzione trovata dal legislatore italiano per regolare l’ingresso all'università non viola il diritto allo studio, bocciando il ricorso presentato da 8 studenti italiani.
In attesa del verdetto della giustizia amministrativa sui criteri adottati dal Ministero dell'Istruzione resta un interrogativo. Se è giusto avere un'ampia veduta del mercato del lavoro (allargato all'Europa a 27) quando si fanno le selezioni, viene da chiedersi quanti dentisti nostrani siano disposti a fare le valige per andare ad esercitare la professione all'estero.
(Fonte: V. Di Corrado, La Notizia 09-04-2013)