Home 2013 28 marzo RICERCA RICERCATORI. LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
RICERCATORI. LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PDF Stampa E-mail
Lo scarso investimento nel sistema universitario (1 per cento del Pil) pone indecorosamente il nostro Paese al trentaduesimo posto tra i 37 paesi dell'area OCSE. La recente riforma universitaria ha eliminato la figura del ricercatore stabile e introdotto quella del ricercatore a tempo determinato, penalizzando in blocco una generazione di studiosi che viene confinata in uno stato di precariato troppo spesso senza alcuna prospettiva. Questa condizione è documentata da una riduzione delle nuove assunzioni nel triennio 2009-2012, che tocca punte dell'80 per cento nei maggiori atenei italiani, con la concomitante creazione, in soli 2 anni dall'entrata in vigore della riforma Gelmini, di circa 2.200 posti da Ricercatore a Tempo Determinato senza tenure track. Tali posizioni, attualmente finanziate quasi esclusivamente da fondi non ministeriali, lasciano di fatto i ricercatori senza la possibilità di un serio percorso accademico, in uno stato non regolamentato di precarietà e subalternanza, in pratica in una condizione di lavoro e di vita senza prospettive. Gli effetti di questo sconvolgimento sono un ulteriore impoverimento della qualità della didattica e della ricerca, l'aumento della "fuga dei cervelli" e lo svuotamento degli atenei dai giovani ricercatori di tutte le discipline. Siamo convinti che questa situazione danneggi gravemente l'intero sistema universitario, mutilandolo della sua funzione: produrre cultura, progresso e benessere sociale.
(Fonte: da una lettera aperta al Presidente della Repubblica inviata dal Comitato ricercatori a tempo determinato, FQ 19-02-2013)