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RICERCA. FONDI STANZIATI DALLA FINANZIARIA 2007 AL VAGLIO DI COSTITUZIONALITÀ PDF Stampa E-mail
II click day per il bonus ricerca e sviluppo del 2009 finisce alla Consulta. A deciderlo è stata la sezione tributaria della Cassazione in uno dei molteplici contenziosi tra fisco e imprese sul mancato riconoscimento dell'incentivo. Gli ermellini hanno accolto l'eccezione di illegittimità costituzionale dell'articolo 29 del dl n. 185/2008. Quest'ultimo aveva introdotto la gara telematica per la fruizione del credito d'imposta per costi di ricerca e sviluppo previsto dalla Finanziaria 2007. Tutto è partito, infatti, dall'articolo 1, commi 280 e seguenti della legge n. 296/2006, che aveva istituito un bonus fiscale riconosciuto in maniera automatica a tutti gli imprenditori che avessero investito in ricerca industriale e sviluppo precompetitivo. Quasi due anni dopo, però, intravedendo la possibilità che il plafond stanziato a copertura dell'incentivo non sarebbe stato sufficiente, il dl n. 185/2008 ha modificato i presupposti applicativi, assicurando la fruizione del credito solamente a quelle imprese che avessero inviato la domanda in via telematica dell’agenzia delle entrate a partire dalle ore 10 del 6 maggio 2009, fino a esaurimento fondi. Ma allo scoccare dell'ora indicata i click bruciarono l'intera torta, pari a 1,62 miliardi di euro, in appena 35 secondi. Oltre il 70% degli istanti rimase a bocca asciutta. E per le tante aziende escluse, molte delle quali avevano già avviato i progetti di ricerca certe di poter contare sull'aiuto statale, è stato solo l'inizio di un lungo contenzioso di massa. Prima è toccato alla Ctp di Pescara, con quasi 2.700 ricorsi fotocopia (si veda ItaliaOggi del 6 febbraio 2010) che hanno visto accoglimenti o rigetti a seconda della sezione di assegnazione della causa: i verdetti sono stati profisco in circa il 60% dei casi. Poi la partita si è spostata presso la Ctr Abruzzo (si veda Italia0ggi del 6 novembre 2010). Qua il giudizio si è uniformato a favore dell'amministrazione: i ricorsi contro il diniego di nullaosta alla fruizione del credito per esaurimento dei fondi sono stati respinti. Nel frattempo, il dm 4 marzo 2011 ha riconosciuto a tutte le imprese escluse che avevano avviato investimenti in ricerca e sviluppo prima del 29 novembre 2008 (data di entrata in vigore del dl n. 185/2008) un credito d'imposta pari al 47,53% di quanto richiesto. Qualche impresa, anche per risparmiarsi i tempi e i costi del contenzioso, ha preferito “accontentarsi”, rinunciando quindi a proseguire la causa. Altre, invece, hanno scelto di andare fino in fondo per la restante quota non fruita. La palla è quindi passata ai giudici di legittimità. A oggi, la Corte di cassazione ha sospeso per il momento 70 procedimenti su un totale di oltre 300 ricorsi omologhi pendenti, presentati da due studi associati. Ora è arrivato il rinvio degli atti alla Consulta per sospetto di incostituzionalità del citato articolo 29 per contrasto con l'articolo 3 della Costituzione (principio di uguaglianza).
(Fonte: V. Stroppa, ItaliaOggi 20-03-2013)