Home 2013 28 marzo UNIVERSITÀ UNIVERSITÀ. CONFRONTO ATENEI PRIVATI E PUBBLICI
UNIVERSITÀ. CONFRONTO ATENEI PRIVATI E PUBBLICI PDF Stampa E-mail

Dopo l'appello della Conferenza dei rettori ai partiti, rilancia il numero due della CRUI, il vice presidente Giovanni Puglisi (rettore di una privata, lo Iulm di Milano), che aggiunge: «Le non statali sono ancora più penalizzate. Hanno subito i tagli più consistenti. Si parla sempre di università pubblica in ginocchio e di private favorite, ma non è così». Ecco i numeri di Puglisi: se per le statali la riduzione dei fondi negli ultimi cinque anni è stata del 12% (il Fondo di finanziamento ordinario 2012 è di sette miliardi) per gli altri atenei il taglio è stato del 64%. «Siamo scesi a 66 milioni. E con un governo di centro destra», sottolinea il rettore. E poi sono diminuiti gli aiuti ed è aumentato il numero dei beneficiari: «Alle 14 università non statali rappresentate nella CRUI (che ne conta in totale 84) se ne sono aggiunte altre cinque, fra cui due telematiche. Insomma sempre meno risorse e più commensali». E l'elenco potrebbe allungarsi ancora. «Le università telematiche sono undici. Dovremo dividere gli aiuti anche con queste?». Gli atenei non statali, dalla Cattolica alla Luiss, dalla Bocconi allo Iulm, sono sempre più penalizzate, è la denuncia di Puglisi. «Il danno per noi è doppio, triplo, quadruplo. Anche i fondi per l'edilizia universitaria ci sono negati».
Nel conto il vice presidente della CRUI ci mette anche il rimborso di tasse e contributi previsto per gli studenti meritevoli. «Fino a qualche anno fa era compensato in parte dallo Stato, adesso non più.
Ma noi dobbiamo offrire comunque i servizi. Inevitabile la ricaduta sugli studenti. Perché dobbiamo attingere dal bilancio, cioè da tasse e contributi di tutti gli iscritti». «Alle università non statali nemmeno un euro per il personale docente, né per la ricerca - aggiunge - Eppure sistema pubblico e privato devono fornire gli stessi servizi, rilasciano titoli che hanno uguale valore, hanno gli stessi vincoli, rispondono agli stessi requisiti di qualità». Sui pari requisiti però è di questi giorni la polemica fra statali e private: è appena stato introdotto il sistema Ava (autovalutazione, valutazione e accreditamento delle università) coordinato dall'ANVUR. «Per le non statali meno vincoli», dicono i rettori. Parla di «trattamento differenziale» anche il presidente della CRUI, Marco Mancini. Esempio. L'Ava fissa (anche) il numero di docenti che un ateneo deve avere per attivare un corso: «Per Economia ne servono otto, ma ne bastano sei se l'ateneo è privato». Puglisi precisa: «Un vantaggio minimo e per un periodo di transizione». Ma «più flessibilità» è quello che chiede la CRUI «per tutti gli atenei».
(Fonte: F. Cavadini, CorSera 27-02-2013)