Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio FINANZIAMENTI. UN BALZO INDIETRO DI UN DECENNIO
FINANZIAMENTI. UN BALZO INDIETRO DI UN DECENNIO PDF Stampa E-mail

Un ateneo su tre è congelato. Non può assumere, se non per sostituire il personale andato in pensione l’anno precedente. Una situazione che non riguarda tanto le piccole sedi quanto i big come La Sapienza di Roma, il Politecnico di Milano, o la Federico II di Napoli. In totale sono 22 su 60 le università pubbliche che sforano i paletti imposti dalla spending review. Con il D.lgs. 49/12, infatti, l’esecutivo ha fissato un tetto alla spesa per il personale e all’indebitamento in percentuale alle entrate, rispettivamente all’80 e al 10 per cento. Dalla tabella, visibile sul sito del ministero, emerge un quadro disperato: al netto dei pagamenti a docenti, ricercatori e dipendenti vari, in cassa rimangono pochi spiccioli. Dei 137 milioni racimolati dall’Università di Siena nel 2011 – tra rette degli studenti e il fondo ordinario per le università (Ffo), in genere per ogni 100 euro 75 provengono dal Ffo e 15 dagli studenti – ne sono avanzati soltanto 25 milioni. Stesso discorso per Foggia, 38,5 milioni incassati e 32 spesi, o Macerata, 44 milioni entrati, 35,6 usciti. Unita al blocco del turnover nella Pa, che risale al 2009, la cronica mancanza di risorse sta uccidendo gli atenei minori, che non hanno fondi per confermare docenti e ricercatori, e dunque subiscono un elevato turnover che inevitabilmente abbassa la qualità della didattica. D’altronde, i fondi ministeriali servono a malapena a pagare gli stipendi a fine mese. Numeri che non stupiscono in un Paese che spende in media 9mila dollari per studente (dati Ocse Education at a glance 2011, vedi pag. 209) rispetto a una media Ocse di 14mila.
Secondo i dati elaborati dal Comitato di valutazione del sistema universitario (Cnvsu), l’università italiana ha fatto un balzo indietro di un decennio. Gli anni delle vacche grasse – tra il 2002 e il 2004, e tra il 2007 e il 2009 – sono un vago ricordo. Nel 2011 La Sapienza di Roma ha ricevuto dallo Stato quanto nel 2000 (rispettivamente 519 e 517 milioni di euro, circa 4mila euro a studente), così come Napoli, Palermo, Catania e Bari. Bologna e Torino sono tornate indietro al 2006, mentre Padova e la Statale di Milano al 2007. Spulciando il consuntivo del Ffo, invece, si scopre che dal 2008 a oggi gli stanziamenti sono scesi di 60 milioni (-8%), da 7,42 a 6,82 miliardi. Una media di quindici milioni di euro in meno l’anno.
(Fonte: A. Vanuzzo, linkiesta.it 30-01-2013)


FONTE: CNVSU. Dati riguardanti le prime 10 università per n.ro di iscritti.