Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio ONLINE. ESPERIENZA DI UN CORSO ONLINE
ONLINE. ESPERIENZA DI UN CORSO ONLINE PDF Stampa E-mail

Volevo sperimentare in prima persona questa rivoluzione (dal buffo acronimo MOOC) dei «massive open online courses», corsi di alta qualità aperti alle masse diventati popolarissimi dall'anno scorso e in crescita più rapida di Facebook, come ama ripetere il fondatore di Coursera, una delle tre principali piattaforme che li offrono (le altre sono edX e Udacity). Frequentare un corso universitario online forse non «suona» molto rivoluzionario. Ma immaginate centinaia di migliaia di studenti di tutto il mondo che seguono la stessa lezione, gratis e - aspetto non trascurabile - tenuta da docenti di atenei prestigiosi, come Harvard, MIT, Stanford, Princeton, Columbia (soprattutto americani; tra gli inglesi non si sono finora convinti né Oxford né Cambridge). E dunque ho aperto il browser, digitato Coursera.org (che è stato creato nel 2011 da due professori di Stanford) e ho cominciato a scorrere la lista dei corsi disponibili, dalla medicina all'informatica, dalla musica alla finanza, immaginando oltre due milioni di studenti (tanti si sono registrati finora) in giro come me sul sito. Alla fine ho scelto «Think Again: How to Reason and Argue» (Ripensaci: come ragionare e discutere). Anche per il mio professore, che si chiama Walter Sinnott-Armstrong e insegna Etica pratica alla Duke University, è il primo corso online, come ha chiarito durante la prima lezione, spuntando in una finestra tipo YouTube sul mio laptop. Ha parlato per otto minuti presentando il programma e promettendo che ci saremmo divertiti. Gli ho quasi creduto quando, alla seconda lezione, ha postato il link ad uno sketch dei comici inglesi Monty Python («La clinica delle discussioni») per spiegare la differenza tra discutere e litigare. Ho smesso di credergli quando ho scoperto di dover rispondere a una serie sterminata di quesiti a risposta multipla. Ma il vero difetto insormontabile è un altro. È che con i suoi capelli arruffati, gli occhiali tondi e la libreria alle spalle, Walter era tutto ciò che avrei potuto volere da un prof di filosofia, eccetto per l'aspetto più importante: la possibilità di chiacchierarci insieme. «Per favore NON inviate email ai docenti»: le regole sono chiare. Così, dopo aver guardato i nove video della prima settimana, ho cominciato a procrastinare. Non sono l'unica. Pare, infatti, che solo il 10 per cento degli iscritti completi questi corsi online. La questione, però, è soprattutto: perché dovresti? Il punto è che i MOOC al momento non ti danno una laurea ma soltanto un attestato di completamento del corso.
(Fonte: V. Mazza, CorSera 26-01-2013)