Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio UNIBO. PROGRESSI IN ONCOLOGIA CON UN VIRUS ONCOLITICO SELETTIVO
UNIBO. PROGRESSI IN ONCOLOGIA CON UN VIRUS ONCOLITICO SELETTIVO PDF Stampa E-mail

La ricerca, appena pubblicata sulla rivista PLoS Pathogens, dimostra che il virus herpes oncolitico, realizzato dai ricercatori dell’Ateneo bolognese e selettivamente programmato per uccidere le cellule tumorali, non è efficace solo quando viene somministrato direttamente all’interno del tumore, in condizioni di laboratorio. Lo è anche quando viene diffuso per una via sistemica, per somministrazione intraperitoneale, quindi in condizioni operative clinicamente più realistiche. Il risultato rappresenta un ulteriore passo verso lo sviluppo di nuove terapie antimetastatiche per la cura dei pazienti colpiti da tumori del seno e dell’ovaio.
Due gruppi di ricerca dei Dipartimenti di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale e di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna lavorano da anni a questa terapia innovativa. Nel 2009, i ricercatori guidati da Gabriella Campadelli-Fiume, avevano ideato un virus derivato da quello dell’herpes, programmato per entrare selettivamente nelle cellule tumorali. Il virus modificato non aggredisce le cellule normali e non provoca quindi le classiche lesioni erpetiche alle labbra, ma è capace di riconoscere e distruggere i tumori del seno e dell’ovaio che presentano uno specifico marcatore (HER-2). Una patologia di cui ogni anno in Italia si riscontrano 42mila nuovi casi, con oltre 10mila mortali. “Molti scienziati nel mondo stanno cercando di produrre virus oncolitici, cioè che distruggono le cellule tumorali. Spesso le modificazioni operate, che rendono l’agente virale innocuo per l’organismo ospite, lo rendono anche scarsamente aggressivo nei confronti del tumore e quindi, dal punto di vista terapeutico, poco efficace” spiega la professoressa Campadelli-Fiume. “Noi siamo i primi a essere riusciti ad ottenere un virus herpes riprogrammato in grado di colpire le cellule tumorali con marcatore HER-2, senza infettare le altre cellule sane, indirizzando così tutta la sua capacità distruttiva solo sulle cellule malate.” Questa tecnologia è stata brevettata dall’Università di Bologna.
(Fonte: pianetauniversitario.com 05-02-2013)