Home 2012 31 Dicembre RICERCA. LA MANCATA FUSIONE DEGLI ENTI PUBBLICI DI RICERCA
RICERCA. LA MANCATA FUSIONE DEGLI ENTI PUBBLICI DI RICERCA PDF Stampa E-mail
Ai primi di dicembre si sono incontrati in una riunione al MIUR i presidenti dei 12 enti di ricerca scientifica che dipendono dal ministero di Francesco Profumo, come INGV (vulcanologia), INFN (fisica nucleare) oltre naturalmente al CNR. In questo caso, però, al posto di Luigi Nicolais era presente la numero due Maria Cristina Messa. Il vertice è durato poco, si è chiuso con un nulla di fatto e un rinvio. Forse a gennaio, forse a dopo le elezioni. Che cosa deve discutere la consulta di cervelli? Di come riordinare la ricerca pubblica, organizzare gli enti in una governance unitaria senza cancellarli. Infatti, è già fallito il progetto della mega fusione a freddo proposta in autunno da Profumo. Troppe resistenze, anche politiche. Per esempio, guai a toccare la Stazione zoologica Antonio Dohrn di Napoli: sta molto a cuore all'inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano. Anche la Lega si è messa di traverso per difendere i centri del Nord come l'Area scientifica o l'OGS (oceanografia) a Trieste. Ma non c'è solo questo. L'accorpamento aveva dietro un disegno più ampio. E strategico. Prevedeva lo scorporo delle funzioni di ricerca biomedica e scienze della vita, pronte a passare sotto il ministero della Sanità. L'area sociale (come economia, diritto) destinata a diventare marginale. Insomma, rimaneva quello che è definito il Politecnico d'Italia: laboratori e ricercatori di chimica, biotech, fisica, energia, ambiente a disposizione delle grandi aziende per attività su commessa. A corollario, la nascita di due agenzie per il finanziamento e il trasferimento tecnologico. Azzardata anche la governance con i vertici nominati, di fatto, da Profumo, senza più il meccanismo del search committee. In sostanza, un ente unico con un uomo solo al comando. Un po' troppo, se proposto da un governo di tecnici e con vita breve. Forse per questo Nicolais, al quale non manca fiuto politico, sta lontano dal tema.
(Fonte: Il Mondo 21-12-2012)