Home 2012 31 Dicembre RICERCA. LA TRASPARENZA DEI DATI NELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA ITALIANA
RICERCA. LA TRASPARENZA DEI DATI NELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA ITALIANA PDF Stampa E-mail
Si può constatare che Il sito docente del MIUR non è validato, non è stabile (le registrazioni possono essere cancellate e modificate senza che ne resti traccia), non è deduplicato (lo stesso oggetto può apparire sotto tipologie diverse o sotto la stessa tipologia più volte), non è completo, manca totalmente di una policy, è estremamente rigido. I dati raccolti (quelli obbligatori) sono potenzialmente anche molto pochi. Inoltre la banca dati che raccoglie la produzione scientifica del Paese è inaccessibile al Paese. Il Paese necessita dunque di una base di dati affidabile, completa, accessibile a tutti.  Di più. Il Paese necessita di un SISTEMA di gestione dei dati sulla ricerca che sia in grado anche di collegare input e output. Il primo tassello: è l’anagrafe della ricerca. La progettazione dell'anagrafe della ricerca è fatta da specialisti dell'informazione in collaborazione con specialisti della valutazione. Il primo passo è di tracciare una policy: Chi, Cosa (pubblicazioni scientifiche/divulgative che siano però chiaramente distinguibili), Quando vanno aggiornati i dati, Quale modello di validazione (centrale/decentrato). Dunque deve essere definito chi ha il diritto/dovere di registrare i propri lavori nell'anagrafe. Dovrebbe essere fatta una scelta univoca a livello nazionale rispetto a quale ID adottare (ORCID = Open Researcher and Contributor ID). E' necessaria una definizione chiara di lavoro scientifico e di lavoro divulgativo, e delle diverse tipologie di lavori di ricerca. In un recente meeting di Eurocris si diceva che un buon sistema di gestione dei dati deve potersi adattare velocemente ai mutamenti che avvengono nelle modalità di comunicazione dei risultati della ricerca (e non viceversa). I metadati descrittivi dei lavori di ricerca devono essere sufficientemente specifici (gli stessi metadati non possono andare bene per tutte le tipologie di lavori), ma anche sufficientemente flessibili per potersi adattare alle nuove forme. Gli strumenti a supporto dell’anagrafe (Authority file delle strutture –affiliazioni -; Authority file delle riviste; Authority file degli editori) devono essere gestiti e tenuti aggiornati da personale esperto e messi a disposizione dell'intera comunità.  L'aggiornamento dovrebbe essere effettuato in maniera tempestiva, possibilmente anche attraverso meccanismi di import dalle banche dati o dai siti degli editori contestualmente alla pubblicazione. In merito al modello di validazione, si può scegliere un modello decentrato in cui ogni ateneo valida e certifica i propri dati e poi li invia all'anagrafe centrale (possibile se tutti gli atenei utilizzano sistemi interoperabili indipendentemente dal fornitore - il sistema Olandese -), oppure un sistema centralizzato certificato che va ad alimentare i database dei singoli atenei - il sistema Norvegese. In entrambi i casi non è necessario che tutti i dati siano visibili. Una parte di dati può ad es. essere tenuta interna alle istituzioni. La ricerca finanziata con fondi pubblici deve essere pubblicamente accessibile. Non solo i dati concernenti la produttività scientifica devono essere aperti, ma anche i lavori stessi. I lavori andrebbero tutti archiviati nelle anagrafi locali con diversi gradi di apertura a seconda degli accordi con gli editori. Non è solo una questione di trasparenza. Fornirebbero materiale per ricerche approfondite sul sistema della ricerca italiano, sulle aree di ricerca, sulle reti di collaborazione ecc. L'anagrafe della ricerca deve essere connessa ai sistemi che gestiscono e descrivono i progetti di ricerca finanziati dal Ministero e al loro interno descrivono chi ha fatto cosa (posti e borse finanziati e loro contributo alla ricerca). Inoltre deve esser connessa ai sistemi che gestiscono i dati grezzi utilizzati a supporto delle ricerche.
(Fonte: P. Galimberti, Primo Convegno ROARS 22-12-2012)