Home 2012 31 Dicembre RICERCA. LA SCIENTIFICITÀ DELLE RIVISTE IN UNA PROPOSTA DEL CUN
RICERCA. LA SCIENTIFICITÀ DELLE RIVISTE IN UNA PROPOSTA DEL CUN PDF Stampa E-mail

Una proposta sui criteri per il riconoscimento di scientificità delle riviste è stata recentemente rilasciata dal CUN. Nella proposta sono riportati quattro principi alla base di tale riconoscimento, che si dichiarano ispirati a quelli definiti dall’Accademia Norvegese di Scienze e Lettere. Secondo la quale una pubblicazione si può definire “accademica” se soddisfa contemporaneamente tutti i quattro criteri di seguito elencati: 1. i risultati presentati hanno caratteri di originalità; 2. i risultati sono presentati in una forma atta alla verifica e/o al riuso in attività di ricerca; 3. la lingua utilizzata e la distribuzione sono tali da rendere la pubblicazione accessibile alla maggior parte dei ricercatori potenzialmente interessati; 4. la sede editoriale (rivista, collana, monografia, sito web) assicura sistematicamente l’esistenza di una peer review esterna. Tale documento appare interessante perché anche in Norvegia esiste un meccanismo di classificazione delle sedi di pubblicazione – definiti “canali”. I canali “Scientifici” sono riviste, serie e case editrici che soddisfano specifici criteri forniti dall’Associazione Norvegese delle Istituzioni di Educazione Superiore (UHR). Ci sono due livelli: canali di pubblicazione ordinaria (livello 1) e canali di pubblicazione molto prestigiosi (livello 2). Questa classificazione è usata nel sistema di finanziamento norvegese dell’educazione superiore. I canali “Altri” sono rapporti tecnici, riviste di popolarizzazione della scienza, periodici e riviste professionali, così come canali di pubblicazione appena proposti e non ancora classificati dal Comitato di Pubblicazione dell’UHR.
L’articolista (Enrico Nardelli) mette in rilievo che tale classificazione ha l’unico scopo di distribuire fondi e non tanto di valutare la qualità intrinseca della ricerca. Un articolo pubblicato in una rivista di livello 2 ha peso triplo di uno pubblicato al livello 1, ma solo come meccanismo di incentivazione verso uno stile di pubblicazione dei risultati scientifici che non sia meramente quantitativo. Si noti infatti che il livello 2 (che contiene al più il 20% di tutti canali dello stesso settore) intende premiare lo sforzo necessario per ottenere la pubblicazione su quel canale (“labour-intensive”, è l’espressione usata). Ma è ancor più rilevante l’esplicita dichiarazione che la classificazione in due livelli non può rimpiazzare né simulare la valutazione qualitativa delle pubblicazioni al livello dell’individuo, così come un modello generale per la distribuzione dei finanziamenti non può sostituire la valutazione e la definizione di strategie dell’attività’ di ricerca nelle singole istituzioni. Risultati di alto livello sono talvolta pubblicati su canali meno riconosciuti e viceversa. Il canale di pubblicazione non deve essere usato per trarre conclusioni sullo specifico articolo dello specifico ricercatore, e nemmeno questo è il suo scopo.
(Fonte: E. Nardelli, roars.it 29-12-2012)