Home 2012 10 Dicembre STUDENTI. LA QUESTIONE DEI FUORI CORSO
STUDENTI. LA QUESTIONE DEI FUORI CORSO PDF Stampa E-mail

Nelle università italiane il 33% degli iscritti non sono regolari, nel senso che non hanno terminato gli studi nella durata prevista. Fenomeno meno diffuso al Nord del paese – 28,9% di fuori corso contro il 39,3 del Sud e il 33,6 del Centro – con punte del 51,4 al Politecnico di Torino e – tra i grandi atenei – della Federico II di Napoli con il 38,8 % di studenti fuori corso.
Ma il prolungamento degli studi oltre i termini previsti dagli ordinamenti didattici è un’anomalia tutta italiana? Luciano Modica, che è stato rettore di Pisa e presidente della CRUI, contesta questa diffusa affermazione e da un articolo apparso negli Stati Uniti (Marc Perry, Chronicle of Higher Education, 18 luglio) cita dati sorprendenti: il 69% degli studenti americani va fuori corso, il 44% impiega sette o più anni a completare gli studi invece dei quattro previsti. Se l’equazione fuori corso = bamboccioni è fuorviante, occorre comunque chiarire i motivi di questo fenomeno che riguarda un terzo degli iscritti nelle nostre università. In molti casi – rilevano Caterina Miraglia e Guido Trombetti, assessori della Regione Campania (Il Mattino, 31 luglio) – è il risultato di difficoltà personali, familiari, sociali, economiche: quindi non sempre riconducibile a poco impegno o a scarsa propensione agli studi. Soprattutto incide la difficile conciliabilità di un’attività lavorativa con gli studi universitari: secondo Almalaurea il ritardo è di circa tre anni per i lavoratori che studiano, un anno e mezzo per gli studenti con lavori occasionali o stagionali e solo nove mesi per quelli impegnati a tempo pieno nello studio. Per consentire agli studenti lavoratori di completare l’iter accademico, già il decreto 509 del 1999 che introdusse i tre livelli di laurea e il successivo decreto 270 del 2004 avevano sancito l’obbligo per le università di disciplinare le modalità formative per gli studenti part-time, impegnandoli per un tempo definito anche superiore alla durata legale: ma questa normativa è stata in larga parte disattesa per motivi connessi al finanziamento statale e per l’assenza di servizi specifici tarati sulle esigenze di questo tipo di studenti.
(Fonte: G. Palla, rivistauniversitas novembre 2012)