Home 2012 18 Novembre ASN. LE ABILITAZIONI SCIENTIFICHE E IL RECLUTAMENTO QUASI BLOCCATO
ASN. LE ABILITAZIONI SCIENTIFICHE E IL RECLUTAMENTO QUASI BLOCCATO PDF Stampa E-mail

Vi sono buoni motivi per cui le commissioni per le abilitazioni non potranno essere troppo selettive. Infatti, da un canto esse sono parzialmente deresponsabilizzate giacché il reclutamento vero e proprio avrà luogo successivamente tramite concorsi locali. D’altra parte neppure conviene a un settore disciplinare disporre di troppo pochi abilitati rispetto agli altri nel quadro della competizione per l’accaparramento delle scarsissime risorse disponibili, pena l’alterazione degli equilibri nei dipartimenti e negli atenei a favore di settori che possono disporre di un maggior numero di abilitati. E’ quindi ragionevole supporre che quasi tutti, se non tutti i candidati che superano il requisito della mediana saranno abilitati.
I tempi di lavoro delle commissioni, a causa dei tempi lunghissimi assegnati al bando, sono estremamente ristretti, poiché i lavori dovranno essere conclusi alla fine di febbraio e le commissioni non potranno insediarsi prima della fine di novembre. Circa tre mesi per valutare una massa enorme di titoli. Immaginiamo un settore che preveda un massimo di 12 pubblicazioni presentate per la seconda fascia e di 18 per la prima, con 100 aspiranti associati e 30 aspiranti ordinari. Si tratterebbe di più di 1700 pubblicazioni da valutare, comprendenti nelle aree non bibliometriche, svariate centinaia di monografie. Circa 560 pubblicazioni il mese, poco meno di venti al giorno, festività incluse. Per non parlare dei curricula e degli altri titoli presentati dai candidati. In questo quadro qualsiasi candidato respinto potrebbe ricorrere sollevando il difetto d’istruttoria. Motivo in più per ipotizzare un numero enorme di abilitati, del tutto non assorbibile dal sistema, di cui solo una parte sarà reclutata in sede locale sulla base di regolamenti prodotti da ogni singolo ateneo: una preoccupazione che la CRUI ha del resto più volte espresso. Di certo quasi nessun abilitato alla prima fascia sarà reclutato, poiché l’obbligo di bandire un posto RTD di tipo b (i cosiddetti ricercatori a tempo determinato con “tenure”) per ogni nuova posizione da PO, ne rende il costo insostenibile anche per ipotetici scorrimenti di carriera interni. D’altra parte, a causa delle riserve previste dalla l.240/2010, che privilegiano lo scorrimento interno dei ricercatori a tempo determinato a professori associati, resteranno quasi del tutto esclusi dal reclutamento i precari e gli attuali assegnisti o RTD di tipo a. Ci si troverà insomma, con il reclutamento sostanzialmente bloccato in ingresso e nelle posizioni apicali, mentre un certo numero, ma di certo non tutti, dei ricercatori a tempo indeterminato riuscirà a ottenere il passaggio a PA. Sempre che continui a essere rifinanziato il cosiddetto piano straordinario associati.
(Fonte: A. Banfi e G. De Nicolao, roars 31-10-2012)