Home 2012 18 Novembre RECLUTAMENTO. POCHI E FAVORITI COME SEMPRE GLI AVANZAMENTI INTERNI
RECLUTAMENTO. POCHI E FAVORITI COME SEMPRE GLI AVANZAMENTI INTERNI PDF Stampa E-mail

A coprire i «punti organico» distribuiti fra le università statali secondo il metodo scritto nella riforma Gelmini non saranno i titolari dell'«abilitazione nazionale», il nuovo titolo previsto dalla stessa riforma. Per avere i primi abilitati occorrerà infatti aspettare. E sperare che i tanti inciampi nella costruzione di indicatori e procedure, e il rischio ricorsi che pende sull'intero meccanismo, non allunghino ancora i tempi che già hanno superato le previsioni iniziali del Governo. Le poche assunzioni rese possibili dal decreto del ministero pescheranno quindi ancora fra gli idonei dei vecchi concorsi, che negli anni scorsi hanno prodotto centinaia di aspiranti professori ancora senza la cattedra "vinta" nelle selezioni. La riforma Gelmini avrebbe voluto incoraggiare la mobilità fra gli atenei, ma nei fatti il meccanismo finisce per aprire ancora una volta una corsia preferenziale alle "promozioni" interne. La ragione è semplice e risiede nei criteri di calcolo dei punti organico. In generale, un ordinario vale un punto organico, un associato 0,7, un ricercatore 0,5. La misura, però, è piena solo per chi viene dall'esterno, perché se un ateneo "promuove" a ordinario un proprio associato, deve conteggiare solo la differenza di costi fra i due stipendi. La conseguenza, ovvia, è che l'avanzamento interno costa meno ai fini dei punti organico, e permette di occupare più caselle rispetto a un'assunzione dall'esterno. Per evitare che il meccanismo si traducesse solo in promozioni interne la riforma ha imposto quote minime di assunzioni dall'esterno, ma ovviamente se il contatore si azzera all'inizio di ogni anno, il vincolo finisce per avere un'efficacia limitata.
(Fonte: G. Tr., IlSole24Ore 12-11-2012)