Home 2012 18 Novembre RICERCA. VALUTAZIONE MA ANCHE ADEGUATE RISORSE
RICERCA. VALUTAZIONE MA ANCHE ADEGUATE RISORSE PDF Stampa E-mail

La giusta attenzione alla valutazione dovrebbe essere accompagnata dalla disponibilità di adeguate risorse e non dai tagli. Succede invece esattamente l'opposto: è come andare a valutare come spende i soldi chi si trova in miseria. Val sempre la pena di ricordare che questo governo, chiamato a fronteggiare un'emergenza finanziaria gravissima, nel limitato tempo della sua operatività non è riuscito, come del resto i precedenti, a dedicare alla ricerca l'attenzione che questa avrebbe meritato.
La nostra spesa per la ricerca è continuamente diminuita ed è attualmente ben al di sotto della metà della media europea; il numero dei ricercatori è in continua diminuzione anche per una consistente emigrazione con scarsi ritorni e non deve perciò meravigliare che recuperiamo dalla competizione europea la metà dei contributi che sborsiamo. La situazione è disastrosa. Nel campo biomedico tutte le multinazionali del farmaco hanno chiuso i loro laboratori e le industrie italiane, con poche eccezioni, hanno abbandonato da tempo la ricerca. Manca nel nostro Paese praticamente l'industria dei diagnostici, delle apparecchiature scientifiche, dei dispositivi medici. L'Italia è diventata un grande e appetibile mercato, dove tutti attingono senza investire in ricerca, proprio perché mancano le condizioni minime per farlo. Come pensa di riprendersi questo Paese? È possibile uno sviluppo sul lungo termine senza investire in ricerca? Da dove nascerà l'innovazione con prodotti ad alto valore aggiunto se non si sfrutta la creatività degli italiani, l'unica vera risorsa visto che non si posseggono materie prime, né un costo del lavoro competitivo? In fondo almeno la ricerca biomedica costa molto poco. Con un miliardo di euro l’anno (qualche chilometro di autostrada) reperibili con l'aumento di 20 centesimi per pacchetto di sigarette o prodotto alcolico, si possono mantenere 5.000 ricercatori e 10.000 borsisti. E' proprio impossibile? I ricercatori italiani sono stati sempre troppo "timidi", mentre dovrebbero alzare la voce non solo per difendere il loro lavoro, ma soprattutto per sostenere i veri interessi di questo Paese.
(Fonte: S. Garattini, Il Gazzettino 12-11-2012)