Home 2012 18 Novembre JÜRGEN HABERMAS. LEZIONI SULL’UNIVERSITÀ
JÜRGEN HABERMAS. LEZIONI SULL’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Rivistauniversitas ha dato inizio a una serie di piccoli saggi su alcuni intellettuali che hanno scritto di università. Il primo riguarda Jürgen Habermas (Düsseldorf 1929). Habermas ha lavorato nell’Istituto per la ricerca sociale fondato da Horkheimer, dapprima sotto la sua guida e poi sotto quella di Adorno. Dopo soggiorni a Marburgo e Heidelberg, ha insegnato filosofia e sociologia a Francoforte. Ha diretto l’Istituto Max Planck di Stranberg dal 1971 al 1983. In seguito è tornato a insegnare a Francoforte nella Goethe Universität. Da profondo e attento conoscitore del mondo accademico, Habermas riserva una parte non trascurabile della sua attività di ricerca sociologica all’analisi dei mutamenti succedutisi nel sistema universitario tedesco in una fase storica del tutto particolare, all’alba del Sessantotto, quando l’avanzare della protesta studentesca poneva una serie di importanti problematiche legate ai processi di cambiamento in atto nella società tedesca e, più in generale, europea. Quella di Habermas (J. Habermas, L’Università nella democrazia, De Donato, Bari 1968) è una vera e propria lezione sull’università che cambia, fotografata in un momento cruciale per il destino delle democrazie europee. L’università nella democrazia prospettata da Habermas sarebbe pertanto vocata a innalzare il grado di coinvolgimento didattico e scientifico degli studenti, cui la società deve affidarsi per affrontare le nuove sfide della modernità alle porte. Non è un caso che le parole chiave della riflessione habermasiana siano democrazia, informazione, coesione, apertura, autonomia, collaborazione. La lezione per un’università nella democrazia si sostanzia appunto nella difesa della cultura del dialogo, dell’intesa, dell’interazione tra gli attori universitari coinvolti direttamente nell’attività di ricerca: professori, ricercatori, studenti. Una lezione che, allo stesso tempo, prende corpo nell’appello a contrastare i «poteri illegittimi», portatori di interessi esterni non sempre congruenti con la mission culturale dei sistemi di alta formazione. Una lezione che impone agli atenei di guardare al mondo produttivo, ma senza invasioni o limitazioni di campo. Un’università che guarda al futuro nel segno della tradizione, in grado di interpretare il mutamento socio-culturale e promuovere il rinnovamento delle conoscenze. Una lezione quanto mai d’attualità oggi, nella fase delle riforme permanenti e delle criticità croniche, acuite da un deficit di rappresentatività sociale e di risorse.
(Fonte: A. Lombardinilo, rivistauniversitas ottobre 2012)