Home 2012 29 Ottobre RAPPORTO OCSE. PIÙ INNOVAZIONE E COLLEGAMENTI UNIVERSITÀ-IMPRESE
RAPPORTO OCSE. PIÙ INNOVAZIONE E COLLEGAMENTI UNIVERSITÀ-IMPRESE PDF Stampa E-mail
Attuare un sapiente mix per "rendere le politiche nel campo della scienza, della tecnologia e dell'innovazione maggiormente orientate alle imprese" e "potenziare i rapporti tra le imprese, le università e il sistema di ricerca pubblico" anche con programmi "volti al collocamento in azienda e sponsorizzazione condivisa di dottorandi". Sono alcune delle raccomandazioni contenute nel rapporto “Ocse Italia. Dare slancio alla crescita e alla produttività", pubblicato a settembre 2012, che conferma l'urgenza di collegare maggiormente l'istruzione superiore e il mondo del lavoro. La pubblicazione sulle "Politiche migliori" che andrebbero adottate nei vari Paesi giunge poco dopo l'allarme sull'Italia fanalino di coda nell'istruzione superiore lanciato dal Rapporto OCSE 2012 "Uno sguardo all'istruzione" (Education at a Glance 2012). È vero che con l'arrivo della laurea breve la percentuale di laureati in Italia è aumentata, con il 21% nella fascia di popolazione fra i 25 e i 34 anni a fronte dell'11% nella fascia d'età 55-64. Ma il nostro Paese resta ancora al penultimo posto tra i 34 Paesi dell'Ocse, alla pari con l'Austria e davanti solo alla Turchia (17%), rispetto a una media Ocse del 38% e a quella dell'Europa a 21 del 35%. In totale l'Italia è al 15% di laureati, come il Portogallo e davanti alla sola Turchia (13%), a fronte della media Ocse del 31% e quella europea del 28%. Spicca l'avanzata delle donne, che rappresentano il 59% dei laureati, ma resta la bassa mobilità sociale in rapporto al censo di origine: il tasso di laureati nella fascia d'età 25-34 anni tra i figli di genitori a bassa istruzione è fermo al 9%, secondo quella che il Rapporto definisce una "trappola sociale" alla quale è difficile sfuggire.
(Fonte: M. Borraccino, rivistauniversitas, ottobre 2012)