Home 2012 8 Ottobre RICERCA. SPESA CRESCIUTA DEL 2,7% NELLA SECONDA METÀ DEL DECENNIO
RICERCA. SPESA CRESCIUTA DEL 2,7% NELLA SECONDA METÀ DEL DECENNIO PDF Stampa E-mail
Gli investimenti pubblici nella ricerca dell'Italia, da sempre inferiori alla media dei Paesi industrializzati, hanno iniziato a crescere negli ultimi anni ma rimangono deboli legami tra il settore privato e i ricercatori, spesso costretti a emigrare per trovare migliori opportunità. E' il quadro tracciato dall'Ocse in un rapporto sulle evoluzioni del settore ricerca e innovazione nei diversi paesi aderenti all'organizzazione.  "Nel 2010 la spesa domestica in ricerca era pari a solo l'1,26% del Pil, circa la metà della media Ocse, una percentuale più in linea con i paesi in via di sviluppo". "Il settore privato contribuisce solo a circa la metà di tale spesa, una quota bassa per un'economia avanzata". Questa "bassa quota di ricerca pubblica finanziata dall'industria", afferma l'Ocse, "indica deboli legami tra l'industria e la ricerca: c'e' poca disponibilità di venture capital; il tasso di brevetti delle giovani imprese è basso". L'Italia ha quindi "pochi ricercatori rispetto agli standard internazionali", sebbene "la partecipazione ai network internazionali sia abbastanza forte". La spesa domestica in ricerca nella seconda metà del decennio è cresciuta di circa il 2,7%, attesta l'organizzazione di Parigi, che, con riferimento al 2009, calcola un contributo dell'industria pari al 44%, una spesa pubblica del 42% e un restante 9% legato a finanziamenti provenienti dall'estero.
(Fonte: AGI 13-09-2012)