Home 2012 12 Settembre FUORICORSO. IL FENOMENO CON I DATI DI ALMALAUREA
FUORICORSO. IL FENOMENO CON I DATI DI ALMALAUREA PDF Stampa E-mail
Secondo i dati AlmaLaurea tra i laureati 2011 i fuoricorso sono il 62% nei percorsi triennali, il 52,8% in quelli biennali e il 65% nelle lauree a ciclo unico. Tutti uguali? Non è così. Senza dimenticare che nel 2000, prima dell'avvio della riforma, fuori corso erano 90 laureati su 100. Undici anni dopo, distinguendo fra chi studia e lavora (magari per mantenersi agli studi) e chi studia soltanto, emerge che fra i laureati di primo livello del 2011 a dedicarsi esclusivamente allo studio, sono soltanto 27 su cento. Degli altri, quasi il 10% conclude gli studi avendo lavorato continuativamente, a tempo pieno, per almeno la metà del percorso universitario; altri 64 su cento hanno avuto esperienze lavorative durante gli anni di studio. Il ragionamento sarebbe diverso se le università avessero introdotto quelle «apposite modalità organizzative delle attività formative per studenti non impegnati a tempo pieno» previste fin dal 1999 dalla riforma universitaria (decreto ministeriale 509). La documentazione del Miur ci restituisce, per l'anno 2010-11, un quadro assai poco confortante: il complesso degli iscritti a tempo non pieno supera di poco il 2 per cento. Circoscrivendo l'approfondimento ai soli laureati che si sono dedicati esclusivamente agli studi, differenziandoli per tipo di studi e appartenenza sociale della famiglia, si evidenziano diversità consistenti. A essere fuori corso fra i laureati triennali è poco meno del 13 per cento. E tra questi prevalgono gli studenti di classe media (31%) e medio alta (20%). Profonde sono le differenze per gruppi disciplinari: "allunga" negli studi il 20% dei laureati in ingegneria e del percorso geo-biologico, e circa il 9-10% dei laureati nel gruppo politico-sociale e in quello insegnamento. Tutti i valori si riducono poi significativamente se l'approfondimento riguarda i soli laureati fuori corso da almeno due anni: la popolazione dei fuori corso si riduce a meno del 6%, ancora una volta con consistenti differenze fra gruppi disciplinari.
(Fonte: A. Cammelli, IlSole24Ore 20-08-2012)