Home 2012 23 Agosto RIFORMA UNIVERSITARIA. GOVERNANCE ACCADEMICA. COME È CAMBIATA CON LA RIFORMA
RIFORMA UNIVERSITARIA. GOVERNANCE ACCADEMICA. COME È CAMBIATA CON LA RIFORMA PDF Stampa E-mail

Praticamente tutti e 79 gli atenei hanno approvato i nuovi statuti: le "leggi fondamentali" che secondo la legge 240/2010 hanno il compito di ridisegnare l'identikit della governance accademica tagliando burocrazia e snellendo la struttura in molti casi diventata troppo elefantiaca. Con risultati subito evidenti: i Cda sono stati praticamente dimezzati: prima della riforma Gelmini erano 1.265 i membri nei Consigli di amministrazione delle università, dopo la riforma saranno 596 in meno. In media i Cda saranno composti da 9-11 membri. Si tratta di un calo del 45%. E più di un quarto (il 28%) delle persone che siederanno nei futuri consigli di amministrazione saranno "esterni" all'università. In questo caso il record appartiene all'ateneo di Trento (7 esterni su 9 membri). In cura dimagrante, anche se più leggera, finisce anche il Senato accademico che perde il 10% dei propri membri (in media sono una trentina). In netto calo anche il numero delle strutture interne: ai vecchi Dipartimenti e Facoltà si sono sostituiti i nuovi Dipartimenti, che diventano in tutto 724 rispetto ai 2072 (più 513 Facoltà) ante riforma. Gli statuti: 73 già pubblicati in Gazzetta (6 con modificazioni successive), 5 inviati al ministero e 1 sul quale viale Trastevere ha fatto ricorso. In realtà il termine per approvarli è scaduto da tempo (lo scorso 31 ottobre), ma sul varo di queste "carte costituzionali" degli atenei si è scatenata nei mesi scorsi una guerra fatta di cavilli e ricorsi. Del resto la posta in gioco non è di poco conto perché secondo la riforma bisognava intervenire sugli organi di governo: dal rettore, a cui dare un peso "manageriale" più forte, ai Cda da snellire e aprire all'esterno e con compiti di strategia, fino al Senato accademico per il quale ritagliare un ruolo "consultivo" anche se con potere di sfiducia del Magnifico. In più, la riforma ha previsto di far confluire le vecchie Facoltà all'interno dei Dipartimenti: in sostanza, se finora quest'ultimi si occupavano di ricerca e le Facoltà di didattica adesso ci saranno solo i Dipartimenti che faranno entrambe le cose. Con la figura chiave dei direttori di dipartimento che avranno un ruolo da protagonisti negli atenei.
(Fonte: M. Bartoloni, IlSole24Ore 07-08-2012)