Home 2012 23 Agosto LA DISCUSSA PROROGA DEI RETTORI. NELLA SPENDING REVIEW SPUNTA UNA NORMA A FAVORE DELL’INTERPRETAZIONE MINISTERIALE
LA DISCUSSA PROROGA DEI RETTORI. NELLA SPENDING REVIEW SPUNTA UNA NORMA A FAVORE DELL’INTERPRETAZIONE MINISTERIALE PDF Stampa E-mail

Il punto, su cui si discute in parecchi atenei, è quello della scadenza del mandato dei rettori «pre-riforma» Gelmini. La nuova legge introduce il mandato unico di sei anni non rinnovabile (prima si poteva andare avanti per decenni), imponendo ai vecchi rettori, con l'eccezione di quelli al primo mandato, di lasciare libero il campo nell'anno successivo all'adozione dei nuovi statuti. Ad accendere il dibattito è che cosa si intenda per «adozione»: il via libera del Senato accademico (come sostiene tra gli altri il Tar di Perugia) o la pronuncia successiva, dopo che il ministero ha approvato o chiesto di emendare gli Statuti (come sostengono i diretti interessati)? Profumo, che prima di essere chiamato da Mario Monti al ministero era rettore del Politecnico di Torino, sposa la seconda tesi, e per sostenere quest'impostazione annuncia il ricorso contro la sentenza dei giudici amministrativi. La risposta ministeriale non piace a Paola Binetti che, ricalcando il ragionamento alla base della sentenza umbra, ricorda che la legge Gelmini non fissa un termine ultimo entro cui si deve chiudere la procedura di controllo ministeriale, con il risultato che potremmo assistere a una lunga catena di Sant'Antonio, lungo la quale i rettori potrebbero allungare ad libitum la durata del loro mandato. Dalla parte del "rinnovamento veloce", poi, ieri è scesa in campo la stessa Mariastella Gelmini, al cui nome è legata la riforma universitaria al centro del dibattito: secondo l'ex ministro serve «definitiva chiarezza», sul fatto che il termine si calcola dall'approvazione dello Statuto in Senato accademico, a prescindere dal successivo controllo ministeriale. «Indietro non si può tornare», chiosa Gelmini, sostenendo che interpretazioni diverse rischierebbero di «vanificare una delle principali conquiste della riforma». Invece nella conversione in Senato del decreto c.d. spending review sui tagli del Governo Monti, spunta una norma che di fatto è un'interpretazione della riforma Gelmini sulla questione tanto discussa della proroga dei rettori. Precisamente: «La proroga si applica a partire dall'approvazione definitiva dei nuovi statuti. Esattamente il contrario rispetto alla tesi messa nero su bianco dai giudici del Tar di Perugia nella sentenza dello scorso 9 luglio. Quella che aveva accolto il ricorso del professor Mauro Volpi, intimando di fatto a Palazzo Murena di attrezzarsi per organizzare entro ottobre nuove elezioni. Per chi si oppone resta la carta del ricorso alla Corte Costituzionale: "Perché la proroga dei rettori non era argomento da poter inserire nel testo della spending review".
(Fonti: G. Trovati, IlSole24Ore 20-07-2012; Il Messaggero Umbria 02-08-2012)