Home 2012 23 Agosto SULLA SELEZIONE DEI DOCENTI. INTERVISTA A VALERIO ONIDA, PRESIDENTE EMERITO DELLA CORTE COSTITUZIONALE
SULLA SELEZIONE DEI DOCENTI. INTERVISTA A VALERIO ONIDA, PRESIDENTE EMERITO DELLA CORTE COSTITUZIONALE PDF Stampa E-mail

“E’ pur sempre vero che ci sono stati numerosi casi che hanno creato scandalo nell’opinione pubblica. Più che ai “casi” emersi a livello dell’opinione pubblica generale, occorre guardare al modo in cui mediamente hanno funzionato i meccanismi di selezione. Questi sono cambiati spesso (forse troppo spesso) nel tempo. Dai tempi in cui io ho cominciato la mia carriera accademica (i primi anni 60) ho visto conservato e poi soppresso il sistema della”libera docenza” (valutazione qualitativa affidata a livello nazionale alla comunità dei docenti, a numero aperto, e non prodromica ad un’assunzione); conservato e poi soppresso il sistema delle “terne” nazionali (concorsi nazionali per un posto, con nomina, da parte di commissioni elette dai professori della materia, di tre idonei, che invariabilmente venivano poi chiamati dalle varie Facoltà); sperimentato e poi abolito un sistema di concorso nazionale per un numero dato di posti corrispondente alle richieste di bando delle Facoltà; introdotto da ultimo un sistema di singoli concorsi “locali” con un solo vincitore (e in un primo tempo con altri due o un altro idoneo) con commissioni in parte designate dalla Facoltà che bandiva il concorso (il commissario “interno”), in parte formate sulla base di elezioni nazionali; sperimentati sistemi di formazione delle commissioni basati su un mix di elezione e sorteggio. Tutti i sistemi di cooptazione hanno i loro vantaggi e inconvenienti. Decisiva è la capacità delle comunità scientifiche di riferimento di operare selezioni su basi sufficientemente condivise di merito reale dei candidati. Ciò era più facile, in certa misura, e almeno in via di principio, quando il numero dei docenti era più ristretto; è più difficile con i numeri odierni. Tuttavia credo che la comunità scientifica non possa abdicare a questo compito. L’alternativa è rimettersi a meccanismi “di mercato” in cui le scelte sono effettuate da soggetti diversi dalla comunità scientifica, nella convinzione (o nell’illusione) che così si selezionino i “migliori”. Ho l’impressione che almeno nella valutazione iniziale dei giovani che intraprendono la carriera di professore nessuno possa sostituire validamente il giudizio della comunità scientifica di riferimento, formulato su base nazionale o addirittura internazionale.”.
(Fonte: Intervista a V. Onida, redazione roars 08-08-2012)