Home 2012 23 Agosto ANNALE EINAUDI «SCIENZE E CULTURA NELL'ITALIA UNITA»
ANNALE EINAUDI «SCIENZE E CULTURA NELL'ITALIA UNITA» PDF Stampa E-mail

In una congiuntura difficile per la ricerca, presa nella morsa di strutture «feudali», di tagli indiscriminati e di una controversa opera di «valutazione», la casa editrice Einaudi sceglie di dedicare un corposo volume di oltre mille pagine a Scienze e cultura nell'Italia unita, uscito in chiusura del cento-cinquantesimo nazionale. Individuare un tema così impegnativo per l'Annale numero ventisei della Storia d'Italia rappresenta una ripresa di interesse: nel 1980 il terzo volume fu dedicato a Scienza e tecnica, quattro anni dopo il settimo a Malattia e medicina. Al di là delle dinamiche editoriali, questo nuovo Annale rappresenta anche un'indicazione in merito al vecchio dibattito sul ritardo tecnologico e scientifico del Bel Paese e sulla presunta marginalità della scienza nella «conversazione nazionale», per citare l'espressione usata ironicamente da Jonathan Franzen nel suo romanzo Freedom. Nell'insieme i trentotto saggi raccolti nel volume fanno luce sugli sviluppi otto-novecenteschi, rimasti a lungo nell'ombra delle glorie passate (Galileo, Spallanzani, la posizione eminente di Roma tra le capitali scientifiche in età moderna). I profili contrastanti dei due curatori testimoniano del notevole incremento dell'interesse per l'attività scientifica manifestatosi negli ultimi quarant'anni in diversi campi umanistici e delle scienze sociali (a partire dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti), con l'affermarsi della storia sociale e culturale della scienza, lo sviluppo dei science studies e l'emergere di una storia dei saperi che esplora i confini tra i diversi stili di pensiero, scientifici o non. Un aspetto distintivo di questo volume (a confronto di tante altre storie delle scienze su scala nazionale) risiede nel numero di contributi dedicati alla comunicazione scientifica. Si tratta di una produzione «a uso interno», ma anche rivolta a un pubblico di «non-specialisti», in costante allargamento man mano che i saperi scientifici divengono più specializzati: infatti, buona parte del pubblico della divulgazione è composta di scienziati attivi in altri campi scientifici.
(Fonte: L. Berlivet e M. Nani, Il Manifesto 17-07-2012)