Home 2012 16 Luglio ABILITAZIONI SCIENTIFICHE. L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI COSTITUZIONALISTI IMPUGNA DAVANTI AL TAR IL DM SULL’ABILITAZIONE SCIENTIFICA
ABILITAZIONI SCIENTIFICHE. L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI COSTITUZIONALISTI IMPUGNA DAVANTI AL TAR IL DM SULL’ABILITAZIONE SCIENTIFICA PDF Stampa E-mail

Migliaia di giovani ricercatori che, nonostante tutto, ancora ambiscono a diventare professori universitari, leggono e rileggono i criteri in base ai quali saranno valutati per prendere l'abilitazione e non possono fare a meno di sentirsi tanti piccoli Josef K.
Nel D.M. 7 giugno 2012 (che approva il regolamento sui criteri e parametri per la valutazione dei candidati e sulle modalità di accertamento della qualificazione dei commissari ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori universitari) all’allegato B, c'è scritto, infatti, che, almeno per quanti stanno tentando la carriera universitaria nelle discipline umanistiche, la valutazione dipenderà dal numero di articoli pubblicati negli ultimi dieci anni in «riviste appartenenti alla classe A». Peccato che i candidati non potevano sapere prima quali riviste sarebbero state inserite in futuro nella «classe A». A dividere le riviste in classi «A, B e C» - spiega, infatti, il decreto - è l'ANVUR, l'Agenzia di valutazione del sistema universitario. Un lavoro di classificazione fatto ex post che avrà effetti retroattivi sulla carriera dei candidati. «Tale disciplina appare lesiva dei principi di eguaglianza e ragionevolezza», annota l’associazione italiana dei costituzionalisti che, esaminato il testo del decreto ministeriale emanato lo scorso 7 giugno, ha deciso di impugnarlo davanti al Tar. Nel «regolamento sui criteri e parametri per la valutazione dei candidati e sulle modalità di accertamento della qualificazione dei commissari ai fini dell'attribuzione scientifica nazionale per l'accesso alla prima e seconda fascia dei professori universitari» i costituzionalisti italiani ravvisano «un palese vizio di illegittimità e irragionevolezza». Il problema - come prevedibile - riguarda appunto le materie umanistiche. Quelle che non possono essere valutate con criteri esatti.
La scelta di dividere le riviste in tre classi e di valutare poi i candidati in base al «numero di articoli pubblicati nei dieci anni consecutivi precedenti il bando su riviste appartenenti alla classe A» viene categoricamente bocciata dai costituzionalisti. Si tratta di un criterio «definito ora per allora e con effetto retroattivo», annotano nella lettera che il presidente Valerio Onida ha indirizzato in queste ore ai colleghi delle associazioni di storia del diritto, di diritto penale, commerciale, amministrativo, e così via. Per annunciare che il direttivo dell'associazione dei costituzionalisti ha deciso di impugnare il decreto.
(Fonte: mgerina@unita.it 26-06-2012)