Home 2012 16 Luglio RICERCA. MEGLIO INVESTIRE FONDI NEI LABORATORI CHE AGEVOLARE IL RIENTRO DEI CERVELLI
RICERCA. MEGLIO INVESTIRE FONDI NEI LABORATORI CHE AGEVOLARE IL RIENTRO DEI CERVELLI PDF Stampa E-mail
Sono state finalmente messe a punto le complesse regole per incentivare il ritorno nelle strutture scientifiche italiane dei ricercatori italiani all'estero. L'incentivo è costituito da una sostanziale riduzione della tassazione in modo da rendere più attraente lo stipendio di chi rientra. Considerando gli stipendi dei ricercatori in Italia, si può stimare che anche nel migliore dei casi l'aumento non superi il 40%. Questa norma è completamente sbagliata per quanto riguarda la biomedicina per almeno due ragioni. Anzitutto si tratta di una palese ingiustizia. Non si capisce per quale ragione alcuni ricercatori debbano essere privilegiati. Si può dire che portano nuove competenze, ma è molto improbabile che non esistano già anche in Italia. Privilegiare chi viene dall'estero è uno "sgarbo" a chi è rimasto a far ricerca in Italia, spesso rinunciando a importanti lusinghe estere. I più bravi sono all'estero? Non è vero. Chi è rimasto qui ha lavorato con grande difficoltà e con pochi mezzi pubblici. Eppure è riuscito a portare contributi significativi. Infatti, se l'Italia è a un basso livello nella graduatoria della ricerca scientifica ciò è dovuto allo scarso numero di ricercatori e all'aleatorietà delle poche risorse disponibili. Tuttavia, la produttività del singolo ricercatore italiano non è inferiore alla media dei Paesi all'avanguardia per sostegno alla ricerca. In secondo luogo migliorare gli stipendi di chi viene dall'estero non significa usufruire pienamente delle sue capacità. I laboratori disponibili sono pochi, le infrastrutture in generale carenti, le apparecchiature scientifiche possono venire rinnovate con grande lentezza. Forse sarebbe meglio utilizzare i fondi per migliorare le infrastrutture. È la strada che hanno seguito le charities. Airc e Telethon hanno già attratto ricercatori italiani dall'estero, stanziando cifre che garantiscono per 3 anni stipendio, collaboratori, apparecchiature e spese. Questo è il modo per ripopolare la ricerca. Altrimenti il rischio è che torni solo chi ha terminato il ciclo produttivo all'estero e lo faccia perché in Italia la qualità di vita è migliore.
(Fonte: S. Garattini, Oggi 11-07-2012)