Home 2012 16 Luglio RIDUZIONE DEI FINANZIAMENTI. COME SI ATTREZZANO GLI ATENEI
RIDUZIONE DEI FINANZIAMENTI. COME SI ATTREZZANO GLI ATENEI PDF Stampa E-mail
«Le risorse provenienti dal Ffo (Fondo Finanziamento Ordinario) sono diminuite del 10% in 4 anni, come nella media nazionale - precisa Mario Morganti, prorettore dell’Università Roma 3 - e per farvi fronte abbiamo razionalizzato le spese di funzionamento, facendo specifici accordi con i fornitori di servizi, mentre è stata lasciata intatta l’offerta formativa, basata su 64 corsi». Sul taglio dei costi di funzionamento ha puntato anche l’Università di Padova, come assicura il suo rettore Giuseppe Zaccaria, ma insieme ad altre misure: «Abbiamo aumentato i proventi esterni, tanto che ormai il finanziamento pubblico rappresenta solo il 60% dell’intero budget, e per non peggiorare la qualità dei corsi (178 oggi) e dei servizi agli studenti, non abbiamo ridotto le tasse universitarie, come invece richiede una legge del 1997, che stabilisce che il loro gettito non può superare il 20% del contributo pubblico, ma, d’altronde, con la riduzione nel corso degli anni delle risorse provenienti dal Ffo era impossibile mantenere tale soglia, tanto che oggi è da noi al 28%». Pure l’Università di Palermo ha puntato sulla crescita delle fonti esterne di finanziamento, come spiega il prorettore Vito Ferro: «Dai soli 2 progetti finanziati dal 7° programma quadro dell’Ue nel 2008, siamo arrivati nel 2012 a 23 progetti, ed anche a questa circostanza si deve l’incremento della nostra quota premiale del Ffo». L’Università di Palermo ha poi ridotto il corpo docente, che è passato da 2.500 unità a 1.900, attraverso meccanismi di pensionamento, anche anticipato, con il risultato di ridurre i corsi da 179 a 125. L’università di Ferrara si è mossa nella stessa direzione, come conferma il rettore Pasquale Nappi: «Le spese dell’ateneo si sono ridotte grazie ad una limitazione al 50% del turnover, a cui si aggiunge una vera e propria spending review, che ha riguardato pure i compensi dei componenti degli organi dell’ateneo, tanto che oggi un membro del Cda riceve un gettone di presenza di poco più di 100 euro». La situazione per l’Università di Ferrara si è poi recentemente complicata per il sisma dell’Emilia, che ha causato danni per circa 20 milioni di euro, un quarto del bilancio annuale. «Per superare questa situazione — aggiunge Nappi — chiederemo risorse al programma di ricostruzione governativo, e nel frattempo abbiamo esentato dalle tasse gli studenti colpiti dal terremoto».
(Fonte: M. Di Pace, La Repubblica 01-07-2012)